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Pronta la lista dei comuni idonei a ospitare le scorie nucleari. Ma resta segreta

23 settembre 2010 0 commenti

radiation_warning_symbol_trifolium_blackLa lista dei siti potenzialmente idonei ad ospitare il deposito di scorie nucleari doveva essere consegnata oggi dalla Sogin, e il gruppo di lavoro della Ingv aveva puntualmente consegnato le carte. Un elenco di 55 località, ufficialmente segreta, ma della quale si conoscono indiscrezioni. Che indicano i siti nel Viterbese, nelle province di Siena, Grosseto, Arezzo, Pisa e forse Firenze in Toscana, di una gran numero di siti nella fascia collinare emiliano-romagnola-marchigiana. Eancora in Umbria, nel Monteferrato e nella provincia di Alessandria in Piemonte, nel Mantovano in Lombardia, nella lunga fascia che dal basso Molise va nel Foggiano, nel Barese e giù fino alla Basilicata, con una grande concentrazione nelle province di Matera e nelle murge Baresi. Siti anche nella Calabria ionica centrale e nel basso Lazio. Niente in Veneto, Friuli, Alto Adige, Sicilia, Sardegna, Campania, Val D’Aosta. Ma nelle altre, le opzioni abbondano. Un elenco del genere è politicamente delicatissimo, e la politica non sa gestirlo. Manca ancora l’Agenzia per la sicurezza nucleare, la procedura di valutzione ambientale non è stata avviata e c’è ancora l’interim al ministro per la Sviluppo economico. Così Silvio Berlusconi ha scritto alla Sogin e ha bloccato tutto avvertendo che <la pubblicazione potrà essere validamente attivata solo a seguito del verificarsi dei presupposti>. Che ancora non ci sono, dato che sono state avviate solo 2 delle 34 norme tecniche ed amministrative necessarie per ritonare al nucleare. L’elenco resta segreto.

 

 

 

Ma il sasso è lanciato, le indiscrezione circolano. Il caso è ormai scoppiato. E i no fioccano. A farsi sentire sono a i presidenti di alcune regioni _ dalla Puglia, alla Basilicata, alla Toscana _ potenzialmente coinvolte dalla ‘Carta’ della Sogin. Il presidente della Puglia, Nichi Vendola, a proposito dell’indicazione della sua regione come ‘idonea’, fa sapere che ”noi lotteremo in generale contro la follia del nucleare, qui in Puglia avranno la più civile, pacifica e partecipata reazione popolare della storia pugliese”. Il presidente della Basilicata, Vito de Filippo, chiede di ”evitare quella che sembra essere diventata una triste roulette russa sull’allocazione del deposito per le scorie nucleari” e per il quale ”attendiamo un’affermazione chiara da parte di chi ha la responsabilià di guidare questo Paese: che nulla verrà fatto senza la condivisione dei territori interessati”. ”Mi opporrò ad ogni ipotesi di nucleare” ha detto il presidente della regione Toscana, Enrico Rossi, a proposito dell’individuazione come sito ‘idoneo’ della Maremma: ”No grazie – afferma – la Maremma avrà turismo, agricoltura e un distretto per le energie rinnovabili”. E Legambiente ricorda il ”dietrofront del governo  erlusconi nel 2003 sulla scelta di Scanzano Jonico come sito di smaltimento, senza condivisione con il territorio. Sembra – afferma l’associazione – che il lupo perda il pelo ma non il vizio”.

GREENPEACE: ARROGANZA ANTIDEMOCRATICA

“La lista dei siti presentata dalla Sogin e’ un altro esempio della ‘truffa nucleare’ che il governo Berlusconi sta preparando agli italiani”. Il direttore esecutivo di Greenpeace Italia, Giuseppe Onufrio, spiega il perche’ sul blog dell’organizzazione (www.greenpeaceitalia.org/blog).   “Solo ieri, infatti, e’ giunta notizia (Sole24Ore) che il presidente Berlusconi, ministro per lo Sviluppo economico ad interim, aveva chiesto alla Sogin di non pubblicare e proseguire con il piano di localizzazione”, rileva Onufrio. Le ragioni “esplicite- ricorda il direttore esecutivo di Greenpeace- sono due: i criteri per la definizione dei siti idonei dovrebbero essere quantomeno ‘validati’ da un’Agenzia per la sicurezza nucleare, che in tutti i Paesi in cui questa tecnologia esiste, e’ la massima autorita’ di garanzia per la sicurezza”. Purtroppo, pero’, l’Agenzia non esiste ancora “e dunque non puo’ aver emesso alcun criterio di scelta- segnala Onufrio- peraltro, quando verra’ costituita, avra’ un centinaio di tecnici (ce ne vorrebbero almeno 400) provenienti da Ispra ed Enea, molti dei quali prossimi alla pensione”. Inoltre, lo studio “andrebbe prima sottoposto a Valutazione ambientale strategica- ricorda il direttore di Greenpeace- ma, si sa, in Italia le valutazioni ambientali e’ meglio non farle”.   Il governo Berlusconi “mostra dunque un’arroganza che viola ogni principio di trasparenza e dibattito democratico- conclude Onufrio- si producono gli studi di localizzazione prima di aver presentato criteri di esclusione e valutazioni ambientali e aver fatto, almeno formalmente, una consultazione con i portatori di interessi”.

BONELLI (VERDI): VICENDA INQUIETANTE

Tra i più duri, ovviamente i Verdi. ”La vicenda dei 52 siti preposti a ospitare il sito per lo stoccaggio delle scorie _ osserva il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli _ ha dei risvolti francamente inquietanti, a cominciare dal blocco della divulgazione delle localita’ chiesto a Sogin dal ministro dello sviluppo economico a interim Silvio Berlusconi, in una delle sue rare attivita’ da ministro”.  ”Sogin e’ un’azienda pubblica e in quanto tale i suoi atti devono essere pubblici, quindi non si capisce a quale titolo l’identificazione dei siti debba rimanere segreta”.  ”Non comprendiamo, inoltre – prosegue Bonelli -, con quali criteri siano stati definiti i siti, visto che l’Agenzia per la sicurezza nucleare non esiste nemmeno sulla carta, non e’ stata avviata alcuna procedura di valutazione ambientale e l’intero piano d’identificazione dei siti deve essere sottoposto a valutazione ambientale strategica”.   ”Per quanto riguarda il deposito nazionale delle scorie, inoltre, il Governo faccia chiarezza e non giochi con le parole – conclude Bonelli – definire Polo tecnologico un deposito dei significa prendere in giro sia i cittadini, sia gli enti locali, poiche’ la ricerca sulle problematiche delle scorie non si fa nei siti, ma nei laboratori di fisica nucleare con appositi reattori sperimentali, mentre i depositi sono solo dei magazzini, possibilmente in zone poco abitate come nel caso di Yucca Mountain negli Usa, nei quali si tenta di mettere in sicurezza questa pesante eredita’ del nucleare, nella speranza che in futuro si trovi una soluzione scientifica per ridurre la pericolosita’ delle scorie, cosa sulla quale le lobby nucleari lavorano da 50 anni senza che si intraveda all’orizzonte una soluzione”.

ECODEM DEL PD: SUBITO LA LISTA DEI SITI

“La lista dei 52 siti che per la Sogin potranno ospitare il deposito di scorie nucleari va immediatamente resa pubblica. Lo prescrivono regole minime di trasparenza e democrazia, lo impone la necessita’ di scongiurare nuovi casi Scanzano Jonico”. A chiederlo sono  i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, preannunciando un’interrogazione parlamentare al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.  “E’ scandaloso- aggiungono i senatori del Partito democratico- che la lista preparata dalla Sogin sia tenuta segreta dal Governo. Questo contraddice l’esigenza di procedere nella massima chiarezza e nel coinvolgimento di tutti gli interessi coinvolti alla scelta dei siti nazionali ed e’ la conferma che il governo Berlusconi e la sua maggioranza hanno in mente una via militare per il ritorno all’energia atomica, in cui ai cittadini vengono imposte scelte decise da pochissimi senza nessun controllo democratico”. La vicenda di Scanzano Jonico, “dove un altro governo Berlusconi provo’ senza successo a percorrere questa strada- sottolineano- dimostra che agire in questo modo e’ anche controproducente”. Per tutto questo, concludono Ferrante e Della Seta, “chiediamo al Governo di mettere a conoscenza del Parlamento la lista della Sogin”.

SAGLIA (PDL):  LAVORO SOGIN SOLO UNA BASE DI PARTENZA

 ”E’ un ottimo lavoro, ma rappresenta la base di partenza per una decisione che intendiamo prendere ma non oggi”. Risponde così’ il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Stefano Saglia, alle critiche sullo  studio realizzato da Sogin .  A margine di un incontro dedicato all’efficienza energetica, Saglia ha detto che ”Sogin ha fatto un buon lavoro, ma e’ un lavoro che deve essere esaminato dall’Agenzia per il nucleare e che deve rispondere alla Vas (Valutazione ambientale strategica)”. Saglia ha ricordato che ”il presidente del Consiglio, nel suo ruolo di ministro ad interim, ha scritto a Sogin chiarendo che il termine del 23 settembre non e’ perentorio ma indicativo” e ha aggiunto: “Escludo comunque che si intenda orientarsi su un deposito geologico, ma verso un deposito di superficie”.