Home » Redazione Ecquo » Agricoltura, Politiche »

Sviluppo, Uganda e Mozambico continuano a crescere

23 settembre 2010 0 commenti

Uganda Tooro KingdomCresce lo sviluppo del continente africano. Alcuni Stati, in particolare quelli dell’Africa nera, stanno facendo dei grossi passi in avanti in termini di progresso economico. E’ il caso, ad esempio, dell’Uganda. Il ministro dell’Agricoltura ugandese, signora Hope Mwesingye, ha sostenuto che il recente lancio di una strategia quinquennale per lo sviluppo e gli investimenti nel settore di sua competenza, prevede annualmente l’esborso di fondi pari a circa 275,5 milioni di euro. L’iniziativa – il cui obiettivo è la crescita del comparto dall’attuale 2,6 al 6 per cento annuo – costerà al termine del quinquennio l’equivalente di oltre 1.377,5 milioni di euro. Il ministro nel corso di un incontro con uomini d’affari in un albergo di Kampala ha precisato che il governo ha assicurato un finanziamento annuo dell’iniziativa per un valore pari a circa 204,7 milioni di euro. Resta perciò da reperire, ha aggiunto, un’ulteriore somma equivalente ad oltre 70,8 milioni di euro l’anno. Il responsabile del piano in questione, Godfrey Bahiigwa, ha detto che l’esecutivo ha già avviato iniziative per la raccolta dei fondi necessari a colmare il divario esistente tra quelli disponibili e quelli necessari per la realizzazione dell’iniziativa.

Anche Il Mozambico si conferma una delle nazioni africane più in forma degli ultimi anni dal punto di vista economico.
Gli ultimi dati del governo di Maputo parlano di una crescita del Prodotto interno lordo (Pil) pari al 6,2 per cento nel 2010, per migliorare ancora nel prossimo anno con un rialzo del 7,2.
Il tutto dopo aver archiviato il 2009 con una crescita del 6,1 per cento. Risultati conseguiti grazie al miglioramento di tutti i principali comparti, con un andamento più positivo per agricoltura e risorse minerarie. Buone notizie anche sul fonte dell’inflazione prevista all’8 per cento a medio termine e per le esportazioni che saliranno del 15 per cento quest’anno, trainate da carbone, alluminio e prodotti agricoli.