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Ogm: dalle regioni un “no” compatto alla coesistenza. Ma Galan…

30 settembre 2010 0 commenti

ogm-disegnoSono tutti d’accordo: non importa se di sinistra, di destra, di centro. Gli assessori regionali all’Agricoltura hanno deciso compatti contro gli Ogm in Italia. Ad annunciarlo è l’assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia , coordinatore degli assessori regionali dell’agricoltura che oggi hanno ritenuto di non esprimersi sulle ”Linee guida di coesistenza tra colture convenzionali, biologiche e geneticamente modificata”, poiche’ come spiega lo stesso assessore Stefano ”sono oggi superate dai nuovi orientamenti proposti dalla Commissione Europea che prevedono libertà per gli Stati membri di decidere in merito alla coltivazione di colture geneticamente modificate”.

 La Commissione ha poi approvato all’unanimità un ordine del giorno dell’assessore Stefano che sarà licenziato dalla Conferenza delle Regioni del prossimo 7 ottobre, con cui chiedere al Ministro delle Politiche Agricole Galan di vietare la coltivazione del Mais MON 810 e della patata Amflora. Di procedere cioè, come si legge nell’odg ”con l’esercizio della clausola di salvaguardia ai sensi dell’articolo 23 della direttiva 2001/18/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 marzo 2001, sull’emissione deliberata nell’ambiente di organismi geneticamente modificati e che abroga la direttiva 90/220/CE del Consiglio, cos come recepita dall’articolo 25 del decreto legislativo 8 luglio 2003, n. 224”.   Lo stesso ordine del giorno, inoltre, impegna il Ministro Galan a rappresentare, anche in occasione delle riunioni in sede comunitaria la posizione unanime delle Regioni e delle Province autonome di assoluta contrarietà rispetto alla autorizzazione della coltivazione degli organismi geneticamente modificati sul territorio nazionale, ”tenuto conto delle competenze in materia riconosciute in questo campo dalla Costituzione alla Regione”.

MA GALAN E’ PRONTO A INTERVENIRE

Se le Regioni non emaneranno le linee guida che permettono di effettuare le sperimentazioni sugli Ogm ”qualcuno lo dovra’ fare almeno per quella Regione (il Friuli Venezia Giulia) per cui una sentenza del Consiglio di Stato ci dice che occorre provvedere”. Risponde così il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Giancarlo Galan Oggi, ha spiegato Galan nel corso dell’interrogazione, ”i protocolli non possono essere effettuati perche’ mancano le linee guida sulle quali le Regioni devono ancora decidere” linee guida nelle quali devono essere individuati i siti.  ”L’urgenza di arrivare a una soluzione – ha proseguito – e’ determinata da almeno due fatti: il contenzioso che sale enormemente e la necessita’ di ottemperare alla Sentenza del Consiglio di Stato che chiede impone di attuare, almeno per il Friuli Venezia Giulia quelle linee”.

COLDIRETTI E CIA COMPATTE CONTRO LA COESISTENZA

Coldiretti è saldamente dalla parte delle regioni. “Dalle Regioni  _ osserva il presidente della Coldiretti Sergio Marini _ e’ venuta una importante ed unanime assunzione di responsabilita’ contro il biotech nei campi; e’ dunque tracciata la linea italiana al ministro delle Politiche Agricole Giancarlo Galan che, a questo punto, dovrebbe aver ben chiara la posizione da tenere, anche in sede comunitaria.  ”Agli assessori regionali, a cominciare dall’ottimo coordinatore Dario Stefano, va – sottolinea Marini – il ringraziamento dell’agricoltura italiana per una sensibilita’ ed una attenzione su un tema dove a farla da padrone rischiano di essere le pressioni esercitate dagli interessi di pochi. E’ bene ricordare che, oltre alle Regioni,  gia’ la Commissione agricoltura del Senato si e’ espressa all’unanimita’ a favore della possibilita’ per l’Italia di vietare la coltivazione degli Ogm, che quasi 3 italiani su 4 non vogliono gli Ogm nei campi, che le Organizzazioni che rappresentano il 90 per cento degli agricoltori sono anch’esse contrarie”.
E così la pensa anche la Cia-Confederazione italiana agricoltori. “Adesso il Governo e il ministro delle Politiche agricole, Giancarlo Galan, devono tenere conto del parere degli assessori regionali, che hanno respinto le linee guida di coesistenza tra colture convenzionali, biologiche e geneticamente modificate, e della stragrande maggioranza dei consumatori e degli agricoltori”. “La presa di posizione delle regioni – osserva _ un deciso passo avanti per arrivare ad una posizione che metta la parola fine ad una questione che si trascina da troppo tempo tra astiose
polemiche e dannosi contrasti”.   Il parere degli assessori, continua la Cia, “e’ in perfetta linea con le nuove indicazioni dell’Unione europea sulla liberta’ per gli Stati di decidere sulle colture transgeniche”, e rappresenta “un orientamento che ora va confermato a livello europeo”. Di piu': e’ “una precisa indicazione per il Governo”. E l’esecutivo, sostiene la Cia, “ha tutti gli strumenti per superare i contenziosi aperti”. L’Italia, conclude l’associazione agricola, “non ha certo bisogno degli ogm” e il ‘no’ agli organismi geneticamente modificati “non e’ ideologica”, ma “dettata dalla consapevolezza che l’utilizzazione degli ogm puo’ annullare l’unico vantaggio competitivo dei suoi prodotti sui mercati: quello della biodiversita'”.

CONFAGRICOLTURA E FUTURAGRA PROTESTANO

Le Regioni avrebbero dovuto affrontare la questione delle regole di coesistenza tra coltivazioni convenzionali, biologiche e geneticamente modificate. «Prendiamo atto che non c’è la volontà dei governatori regionali di operare in tal senso, e che si mira ad impedire ciò che le disposizioni europee consentono». È questo il commento di Confagricoltura sul tavolo degli assessori regionali sulle linee guida di coesistenza.  «Le norme sulla coesistenza devono appunto occuparsi di coesistenza – rileva Confagricoltura – e non costituire surrettiziamente un vincolo per non realizzarla. Va corretta in maniera sostanziale questa impostazione. La materia va regolata come ha deciso il Consiglio di Stato; a questo punto il ministro Galan eserciti il potere decisionale che le Regioni non vogliono attuare. E comunque è giunto il momento di definire con chiarezza come va esercitato, in materia agricola, il rapporto Stato-Regioni; i veti reciproci non fanno certo bene all’agricoltura ed al Paese».  «È palese – sottolinea Confagricoltura – che le Regioni tendono a mettere un bavaglio alla politica nazionale del governo in una materia come quella degli Ogm, che invece va affrontata con spirito ‘laicò, dando voce alla scienza. Più che rinazionalizzarla, la si vuole regionalizzare. Oltretutto per non decidere. Per questo è bene che la materia venga regolamentata a livello europeo».
“La Conferenza Stato-Regioni non ha sciolto un problema cruciale come quello delle linee di coesistenza, ma ci sono tutti gli strumenti affinche’ il ministro delle Politiche agricole _ afferma in una nota Duilio Campagnolo, presidente di Futuragra_ possa prendere una decisione che tutto il settore agricolo attende da anni”. Futuragra auspica che Galan “mantenga le sue promesse e ottemperi alla sentenza del Consiglio di Stato, che dispone di dover attuare le linee guida di coesistenza almeno per il Friuli Venezia Giulia.

SLOW FOOD: STOP E’ BUONA NOTIZIA PER AGRICOLTORI E CONSUMATORI

“L’esito della Conferenza Stato-Regioni e’ una notizia positiva per gli agricoltori e i consumatori italiani”. Lo afferma Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia, commentando la decisione contraria assunta dagli assessori regionali all’Agricoltura in tema di ogm. “La strada che gli assessori hanno intrapreso oggi non lascia ombra di dubbio: l’Italia e’ e deve rimanere un paese libero da ogm”, sostiene Burdese. Adesso, conclude, “Slow Food si mette a disposizione per collaborare con istituzioni, enti, organizzazioni e societa’ civile per un’Italia ‘ogm-free'”.