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Acqua, contro l’inquinamento serve prevenzione più che depurazione

1 ottobre 2010 0 commenti

Vincenzo Ferrara

Vincenzo Ferrara

di Vincenzo Ferrara, fisico

Sull’ultimo numero di Nature è apparso un interessante articolo sul problema della disponibilità delle risorse idriche mondiali e della loro salubrità per l’alimentazione e la sicurezza sanitaria dell’umanità, ma anche per il mantenimento della biodiversità.

In sintesi si dice questo: circa 80% della popolazione mondiale (circa 5 miliardi di persone) non ha accesso a risorse idriche sicure, perchè manca l’acqua o perchè l’acqua disponibile è inquinata. Il 65% degli habitat dei sistemi ecologici idrici che sono a valle di scrichi idrici è minacciato nei sui equilibri e pone a rischio la biodiversità di corsi d’acqua ed acque interne.

Le mappe delle aree a rischio per la salubrità dell’acqua e per la biodiversità sono riportate nell’articolo, e riprodotte rispettivamente qui sopra (rischi per la popolazione) e qui sotto (rischio per la biodiversità), Come si vede qui sopra le aree di maggior crisi per la popolazione (colore rosso) riguardano gli Stati Uniti ed il Messico, l’intera Europa centro meridionale ed il medio oriente, l’India e gran parte della Cina orientale, più o meno le stesse aree sono anche a rischio per la biodiversità. La causa principale è la qualità delle acque di fiumi, corsi d’acqua e falde acquifere, degradata ormai a livelli di inquinamento insostenibili. L’inquinamento è costituito prevalentemente da fertilizzanti, pesticidi, metalli pesanti ed altri composti chimici tossici.

Questo dimostra che anche i paesi ricchi, che si sono concentrati solo sulla depurazione per garantire adeguati livelli di acqua potabile per i cittadini, hanno fallito nel garantire complessivamente una gestione sicura dell’acqua sia per le diverse finalità degli usi umani, sia per la tutela della biodiversità, ma dimostra anche che è necessario ripensare a tutte le politiche di gestione integrata dell’acqua e non solo per la produzione di acqua potabile.

Naturalmente, il problema riveste aspetti gravi per i paesi in via di sviluppo, aspetti che diventeranno ancor più allarmanti se si considera che la maggior parte della crescita demografica mondiale stimata in 9 miliardi di persone al 2050 sarà concentrata nei paesi in via di sviluppo e che gran parte della biodiversità mondiale è concentrata nei paesi in via di sviluppo.

La gestione razionale delle risorse idriche deve quindi avere due obiettivi fondamentali: acqua pulita per gli usi umani ed acqua pulita per non minacciare la vita e la biodiversità dei corsi d’acqua, a cominciare dai molluschi e pesci e fino ad arrivare ai coccodrilli. I massicci investimenti che si stanno compiendo nei paesi industrializzati continuano ad essere rivolti più alla depurazione di acque inquinate che non ad eliminare le cause dell’inquinamento, una rincorsa questa (a posteriori) che alla fine non riesce garantisce la sicurezza idrica e la salubrità delle acque. Le politiche sulle acque devono essere invece focalizzate a ridurre ed eliminare le cause dell’inquinamento invece di ricorrere a costosi (e inefficaci) rimedi.