Alluvione di “fanghi rossi” in Ungheria: quattro morti, villaggio semisommerso
Una fuga di materiale tossico da un impianto per la lavorazione dell’alluminio ad Ajka, nell’ovest dell’Ungheria, ha provocato un disastro ambientale con almeno quattro morti e oltre un centinaio di feriti, di cui una ventina gravi. Su un’area di 40 chilometri quadrati e’ stato dichiarato lo stato d’emergenza.
La sciagura e’ avvenuta a seguito della rottura di un argine di una diga di uno stabilimento di lavorazione dell’alluminio. Masse di fango rosso – contenente allumina (ossido di alluminio) – sono fuoriuscite la notte scorsa inondando due comuni vicino ad Ajka, nell’Ungheria occidentale. Il sottosegretario all’ambiente Zoltan Illes Illes ha proclamato lo stato di emergenza per due comuni e una superficie di circa 40 kmq. La popolazione interessata dalla misura e’ stata evacuata. Illes ha annunciato anche che sull’incidente e’ stata avvita un’indagine per accertare le responsabilita’. Sul posto sono giunti intanto, oltre a Illes, il ministro dell’interno, Sandor Pinter, e il capo della protezione civile, Gyoergy Bakondi.
L’ultimo bilancio provvisorio parla di quattro morti, fra cui una bambina di un anno, rinvenuta morta nella sua casa inondata dal fango rosso. Si teme che il bilancio si aggravi. Nel frattempo e’ salito a circa 120 anche il numero dei feriti, di cui una ventina gravi, ricoverati in ospedale. Sette persone risultano ancora disperse. Secondo un comunicato della direzione dello stabilimento, la Mal S.A, l’argine del deposito all’aperto si sarebbe rotto a causa delle piogge che avrebbero fatto franare la base. Lavori di riparazione sono in corso ma, secondo esperti, saranno necessari diversi giorni. La protezione civile ha lavorato tutta la notte ed e’ tuttora all’opera per cercare di neutralizzare con del gesso il fango alcalino, altamente corrosivo contenente anche metalli pesanti. Il fango rosso e’ un derivato della lavorazione di allumina, pre-prodotto dell’alluminio, di cui Ungheria e’ un grosso produttore.
“Il problema principale dei fanghi che hanno provocato la strage in Ungheria _ spiega Giuseppe Spagnoli, esperto di sicurezza del lavoro ed ex dirigente dell’Ispesl _ e’ la loro basicita’, che li rende fortemente corrosivi”. ”A differenza delle sostanze acide – prosegue Spagnoli – quelle molto basiche non sprigionano gas pericolosi, a meno che non siano scaldate ad alte temperature, ma sono molto pericolose per contatto, perche’ sono in grado di corrodere le sostanze organiche”. Secondo l’esperto un’esposizione eccessiva puo’ portare anche alla morte:”Se il contatto e’ prolungato e su una grande superficie, o se si inalano le sostanze, si puo’ arrivare alla morte – continua – le ustioni da sostanze basiche si trattano con acidi organici deboli, come l’acido acetico, perche’ se si usano acidi forti si da’ luogo a una reazione fortemente esotermica, cioe’ che produce molto calore, che a sua volta puo’ essere dannosa per l’organismo”. Lo stesso sistema si deve usare anche per neutralizzare i fanghi: ”I fanghi vanno trattati con acidi deboli, e gli operatori devono trattarli con le adeguate protezioni, guanti e mascherine, per evitare il contatto”.