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I fiumi marchigiani stanno un pò meglio. Parola dell’ArpaM

5 ottobre 2010 0 commenti

bacABE’ in lento miglioramento la situazione della qualita’ dei corsi d’acqua delle Marche,anche se varie stazioni di monitoraggio dovranno migliorare i loro obiettivi. E’ il quadro che emerge dalla Relazione annuale acque superficiali 2009 di Arpa Marche, presentata ieri alla presenza dell’assessore regionale ai beni ambientali e risorse idriche Sandro Donati.

Dieci, situate sulla costa, le stazioni di monitoraggio che non hanno raggiunto l’obiettivo intermedio di qualita’: l’obiettivo al 2015 prevede che tutte le stazioni debbano raggiungere un ”buono” stato ambientale, o mantenere uno stato elevato. Sono 28 le stazioni che dovranno poi migliorare il loro stato, passando da sufficiente a buono. Sommando queste due voci emerge che sono quindi 38 le stazioni che non hanno ancora raggiunto l’obiettivo previsto per il 2015. Va meglio, insomma, ma siamo anora sotto gli obiettivi. I dati si evincono dalla rete dei monitoraggi effettuati dall’Arpam sulle acque superficiali interne, che comprende 61 stazioni di campionamento posizionate sui principali corsi d’acqua e 3 stazioni collocate sui laghi piu’ rilevanti: quello di Gerosa, del Fiastrone e di Castreccioni.

Ieri e’ stato anche presentato il dossier FiumInforma Marche 2010, campagna per la qualita’ delle acque interne di Legambiente Marche, in cui e’ riportata la classifica dello stato ambientale dei 28 corsi d’acqua presi in esame dall’Arpam. Quelli con il risultato migliore (classe buono: 2,0) sono il Burano, Candigliano, Fiastrone, Fluvione, Marecchia, Sentino e Tennacola.

Entra nelle prime posizioni il Marecchia, mentre escono Fiastra e Nera; conferma il suo triste primato in solitaria per risultato peggiore (classe pessimo: 5,0) il Tavollo. Tredici inoltre i tratti fluviali che risultano non idonei alla vita dei pesci: Aso (Pedaso), Aspio (Numana); Conca (Sassofeltrio), Ete Vivo (Fermo), Foglia (Pesaro), Misa (Senigallia), Musone (Osimo), Musone (Numana), Nevola (Ripe), Tavollo (Gabicce Mare), Tenna (Fermo), Tenna (Porto Sant’Elpidio), Tesino (Grottammare).

I dati delle analisi rilevano un progressivo degrado in corrispondenza delle foci, a causa dell’impatto antropico. Sebbene la situazione sia in lento miglioramento – e’ stato detto -, i dati tracciano una condizione non a breve termine per il raggiungimento degli obiettivi di qualita’ previsti dalla direttiva europea al 2015. I prossimi 5 anni vedranno percio’ intensificata l’attivita’ e gli investimenti promossi dalla Regione Marche a questo scopo. La depurazione classica da sola non basta, e’ necessario continuare a eliminare gli scarichi puntiformi e varare una politica di gestione con un’iniziativa estesa di riqualificazione, il ripristino della vegetazione perifluviale, lo sviluppo di zone umide, una maggiore diversita’ morfologica in alveo che permette anche il miglioramento della capacita’ auto depurativa, una gestione sostenibile delle derivazioni. La riqualificazione dei corsi d’acqua e dei loro bacini – e’ stato sottolineato – serve all’ambiente ma e’ anche la soluzione per importanti obiettivi socio-economici, tra cui il minor rischio idraulico, la maggiore disponibilita’ idrica e la migliore qualita’ dell’acqua.