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Il Wwf: i fiumi sono come bombe ad orologeria

5 ottobre 2010 0 commenti

MALTEMPO-CogoletoI fiumi italiani sono come bombe ad orologeria e le sempre più frequenti alluvioni catastrofiche che colpiscono il nostro paese a ricordarci quanto sia urgente gestire correttamente il territorio e i fiumi. A lanciare l’allarme è il Wwf, che ricorda come dal 1956 al 2001 la superficie urbanizzata in Italia è aumentata del 500% e si è valutato che dal 1990 al 2005 siamo stati capaci di trasformare oltre 3 milioni di ettari, cioè una superficie grande quasi quanto il Lazio e l`Abruzzo messi insieme.

In questo contesto, da anni il Wwf denuncia l`inadeguatezza della gestione dei corsi d`acqua: in Liguria i fiumi sono per lo più torrentizi e sono stati in gran parte canalizzati anche nelle zone di montagna con interventi spesso inutili e che ne hanno aumentato il rischio. Tra l`altro, proprio in Provincia di Savona, erano stati fatti interventi in aree montane distruggendo habitat importanti dove erano presenti gamberi di fiume protetti e trote fario: scempi realizzati con la scusa della difesa del suolo ma che hanno, se mai, aumentato il rischio idrogeologico.

Il Wwf punta il dito proprio sui meccanismi di gestione dei fiumi , “una `macchina` dello Stato che non è mai `uscita` dal suo box”. “Sono fermi i Piani di gestione del rischio alluvionale che le Autorità di distretto dovrebbero redigere secondo la direttiva sul rischio alluvionale – spiegano – in linea con la direttiva quadro europea recepita a febbraio. Purtroppo le autorità di distretto non sono mai state istituite, un fatto grave se si considera che queste potrebbero rappresentare un rinnovato momento di coordinamento e pianificazione comune tra le istituzioni a tutti i livelli. Invece siamo di fronte ad un ulteriore momento di forte conflittualità tra Stato e Regioni con l`’empasse’ che ne
consegue”.

 In gennaio sono stati conclusi, dopo soli 6 mesi di istruttoria e un processo di partecipazione assolutamente insufficiente, i piani di gestione di distretto idrografico, previsti dalla Direttiva europea Acque. Si è trattato solo di una corsa contro il tempo per evitare le pesanti sanzioni previste in caso di non consegna. Dopo questa fiammata strumentale, l`Italia, infatti, ha continuato ad ignorare qualsiasi seria iniziativa per implementare
l`applicazione della Direttiva Quadro Acque.