Ungheria, protezione civile cerca nel fango 6 anziani scomparsi
Con indosso maschere e indumenti per proteggersi dalle sostanze tossiche e caustiche, membri della protezione civile ungherese sono ancora alla ricerca a Kolontar, nell’Ungheria occidentale, di sei anziani scomparsi dopo che un’ondata di fanghi tossici ha colpito le loro case e invaso un’area di circa 40 chilometri quadrati. Dopo due giorni in cui non hanno dato segnali di vita, ci sono poche speranze di trovarli vivi e si teme che andranno a ingrossare il bilancio delle vittime del disastro ecologico, per ora fermo a quattro.
Due giorni fa una chiusa di una riserva di fanghi di lavorazione della fabbrica d’alluminio della Mal, ad Ajka, è saltata ed è fuoriuscito circa un milione di metri cubi di fango rosso, pericolosissimo, che ha invaso case e strade in sette villaggio e ha provocato ferite e ustioni a decine di persone. Per ora i morti sono una donna anziana, un uomo di 35 anni a due bambini. Almeno 500 membri dell’Autorità nazionale per la gestione dei disastri, la protezione civile magiara, sono impegnati in maniera strenua a cercare di contenere l’ondata di fanghi rossi al fine d’impedire che possa raggiungere i fiumi affluenti del Danubio, il secondo corso d’acqua più importante d’Europa. Anche i paesi vicini, in cui scorre il fiume, hanno espresso preoccupazione. In particolare, i tecnici stanno lavorando sul fiume Mecal per cercare di fermare il fango rosso. Un lavoro improbo, ma necessario per evitare che il disastro possa trasformarsi in una grande catastrofe ambientale.