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Le regioni dicono “no” agli ogm. Ma la Lombardia si astiene

8 ottobre 2010 0 commenti

ogmTutti per il ‘no’ agli ogm in Italia ad eccezione della sola Lombardia, che si e’ astenuta. Con questi numeri la Conferenza delle Regioni ha approvato la delibera- gia’ licenziata dagli assessori regionali all’Agricoltura- che chiede al ministro delle Politiche agricole, Giancarlo Galan, di applicare il principio di salvaguardia e portare il ‘no’ delle Regioni in sede comunitaria. Per quel che se ne sa, il documento non e’ stato oggetto di discussione in sede di Conferenza Stato-Regioni, tenuta subito dopo quella delle Regioni. La discussione della delibera sugli ogm e’ stata rinviata. Alla Stato-Regioni non era presente Galan mentre per il dicastero delle Politiche agricole c’era il sottosegretario Antonio Buonfiglio.

La Conferenza delle Regioni chiede al ministro delle Politiche agricole di “procedere con l’esercizio della clausola di salvaguardia sull’emissione deliberata nell’ambiente di organismi geneticamente modificati al fine di vietare la coltivazione del mais ‘Mon 810′ e della patata ‘Amflora'”. Nel documento deliberato ieri, si invita in ministro ad agire “soprattutto, tenuto conto delle competenze in materia riconosciute dalla Costituzione, impegna il ministro delle Politiche agricole a rappresentare anche in occasione delle riunioni in sede comunitaria la posizione unanime delle Regioni e delle Province autonome di assoluta contrarieta’ rispetto alla autorizzazione della coltivazione degli organismi geneticamente modificati sul territorio nazionale”. La Conferenza delle Regioni spiega di aver approvato il testo dopo aver preso in considerazione le posizioni gia’ assunte dalla Commissione europea, ed in particolare “considerato che l’attuale quadro di riferimento europeo in materia di coesistenza si fonda sul grado di commistione tra colture ogm, convenzionali e biologiche che ciascun paese membro intende consentire” e “preso atto che l’Ue intende ammettere la possibilita’ per i paesi membri di vietare la coltivazione di ogm e che una tale opzione sussiste per il nostro paese”. Il documento, inoltre, e’ stato approvato “considerato il principio di precauzione” e “preso atto della possibilita’ di dichiarare l’intero territorio nazionale come libero da ogm”.

Nella propria delibera la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha inoltre “preso atto del fatto che, secondo quanto stabilito dal Consiglio di Stato con la sentenza 183 del 2010, la loro approvazione (degli ogm, ndr)non interferisce in alcun modo con il principio comunitario della coltivabilita’ degli ogm se autorizzati” e considerato che secondo quanto stabilito sempre dal Consiglio di Stato nella medesima sentenza “il rilascio dell’autorizzazione alla messa in coltura non puo’ essere condizionato alla previa adozione dei piani di coesistenza”. Per la Conferenza delle Regioni, insomma, “non sussiste in Italia alcun vuoto normativo attinente alla materia della coesistenza”, la cui regolazione rappresenta “una facolta’ e non un obbligo”. L’organismo sottolinea poi la portata del decreto legislativo 212 del 24 aprile 2001, che “non interferisce in alcun modo con l’operativita’ del principio europeo di coltivazione delle sementi se autorizzate, attenendo, piuttosto, all’attuazione del principio di purezza delle sementi e fondando, in esso, la propria autonoma legittimita'”.

COLDIRETTI ESULTA

“Una definitiva indicazione sulla linea che l’Italia deve tenere in Europa e’ venuta dalla Conferenza delle Regioni che ha scelto di fermare la coltivazione di organismi geneticamente modificati (ogm) in Italia con l’importante invito ad esercitare la clausola di salvaguardia per vietare sul territorio nazionale la semina e la produzione della patata ‘Amflora’ e del mais Mon810″. Lo dice il presidente della Coldiretti Sergio Marini commentando positivamente il voto dei presidenti delle Regioni che hanno respinto il provvedimento sulle linee guida nazionali sulla coesistenza tra coltivazioni geneticamente modificate, convenzionali e biologiche, nell’ambito della Conferenza delle Regioni, in attesa della nuova normativa comunitaria. “Con la richiesta di attivazione della clausola di salvaguardia l’Italia- sottolinea la Coldiretti- si unisce al numero crescente di Paesi europei come Austria, Ungheria, Lussemburgo, Grecia, Francia e Germania che hanno gia’ vietato il mais Mon 810 mentre con il medesimo mezzo giuridico per ora l’Austria, l’Ungheria ed il Lussemburgo hanno vietato, altresi’, la patata ‘Amflora'”. Ai presidenti delle regioni e ai loro assessori all’agricoltura “va- sottolinea Marini- il ringraziamento dell’agricoltura italiana per una sensibilita’ e una attenzione su un tema dove a farla da padrone rischiano di essere le pressioni esercitate dagli interessi di pochi”.

CONFEURO DELUSA

”Quello che abbiamo visto oggi – ha dichiarato il presidente Rocco Tiso – e’ l’ennesimo passo nella direzione sbagliata, la nuova tappa di un percorso che ci allontana dalla meta di un settore agricolo nazionale forte, produttivo e al passo con il resto del mondo”. Per Tiso ”non e’ vero che la maggioranza degli agricoltori italiani sono cosi’ fortemente schierati contro gli Ogm e dunque il verdetto e’ da considerarsi non rappresentativo della volonta’ dei produttori; inoltre quella di bandire gli Ogm, e’ una decisione al di fuori di ogni sensata logica di mercato, presa da chi non sa distinguere una patata da una barbabietola”. ”Gli agricoltori italiani – conclude il presidente – devono rendersi conto che questa presa di posizione ci portera’ ugualmente a subire la presenza e la concorrenza degli Ogm, solo che non potremo trarne alcun guadagno, ne’ esercitare su di essi un adeguato controllo; e tutto a causa della cecita’ dimostrata in questi mesi dalle nostre istituzioni”.

CIA: E ORA LEGGE ANTI OGM

”Dopo che anche i presidenti delle Regioni hanno rinviato il parere sulle linee guida relative alla coesistenza in attesa della nuova normativa Ue, il governo non può che prendere atto di una posizione chiara che rispecchia l’opinione della stragrande maggioranza dei consumatori e degli agricoltori che sono per un’Italia Ogm-free”. Cosi il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi ha commentato positivamente l’orientamento dei governatori. ”Ora – prosegue Politi – il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Giancarlo Galan e il governo devono tenere conto di questo parere e impegnarsi a livello comunitario perch‚ vengano confermate le nuove indicazioni dell’Unione europea sulla libertà per gli Stati di decidere sulle colture transgeniche. E, di conseguenza, predisporre in tempi rapidi un’apposita legge che vieti definitivamente nel nostro Paese le coltivazioni Ogm. In questo modo si porrà fine, una volta per tutte, ai contenziosi tuttora aperti, compresa la sentenza del Consiglio di Stato”. ”La decisione delle Regioni e’ in linea con la posizione della Cia. Ripetiamo, pertanto, che l’agricoltura italiana, tipica e diversificata, non ha bisogno degli Ogm e che – ha concluso Politi – e’ possibile produrre colture proteiche libere da biotech, con beneficio per l’ambiente e la salute, nonchè‚ per migliorare il reddito degli agricoltori e degli allevatori”.