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Clima: a Tianjin sessione inconcludente

11 ottobre 2010 0 commenti

DSC_0626 cop_sL’ultimo appuntamento prima della conferenza di Cancun si è risolto in avanzamenti minimi, se non, per alcuni aspetti, in qualche passo indietro. A Tianjin, in Cina, la sessione è stata a dir poco interlocutoria, se non inconcludente.

Risultati positivi, o parzialmente positivi _ osserva il climatologo Vincenzo Ferrara dell’Enea _ sono stati raggiunti solo da alcuni “contact groups” del gruppo di lavoro AGW-LCA, perchè sono riusciti a migliorare alcune parti del testo del trattato di lungo periodo (anche in termini di raggiungimento di maggiori consensi). In particolare, sono stati riformulati molti punti della bozza di testo relativi alle questioni finanziarie, al trasferimento di tecnologie ed alla cooperazione internazionale per aiutare i paesi più poveri nelle azioni di adattamento ai cambiamenti climatici”.

“Viceversa _ prosegue il climatologo dell’Enea _ i risultati sono deludenti per le questioni relative alla mitigazione ( cioè la riduzione delle emissioni) che rimangono in alto mare non solo nel gruppo AGW-LCA per quanto riguarda gli obiettivi di lungo periodo, ma anche nel gruppo AGW-KP per quanto riguarda la riduzione delle emissioni al 2020 da parte dei paesi industrializzati. Anzi, per certi versi le difficoltà e le controversie sono addirittura aumentate”.

Le temperature nel trimestre giugno-agosto 2010. In rosso le aree piu calde della media (fonte NOAA)

Le temperature nel trimestre giugno-agosto 2010. In rosso le aree piu calde della media (fonte NOAA)

Appare quindi sempre meno chiaro che fine faccia il protocollo di Kyoto a due anni dalla sua scadenza. Le visioni rimangono fortemente contrapposte tra chi (Cina e la maggior parte dei paesi in via di sviluppo) intende mantenerlo con gli emendamenti elaborati dal gruppo di lavoro AGW-KP e con la definizione dei nuovi impegni, e chi (la maggior parte dei paesi industrializzati compresa la UE), invece, vorrebbe contestualizzarlo nel più ampio trattato messo a punto dal gruppo AGW-LCA, in termini di percorso ed obiettivi di breve periodo nel contesto più ampio del percorso e degli obiettivi di lungo periodo.

Per quanto riguarda gli obiettivi di breve e di lungo periodo, va evidenziato che la maggior parte dei paesi industrializzati (compresa la UE) e dei paesi in via di sviluppo emergenti (compresa Cina), hanno più volte ripetuto le loro posizioni, tra cui la stessa dichiarazione di altre sessioni precedenti: la disponibilità ad assumere impegni più ambiziosi, o molto ambiziosi, purchè gli altri facciano la stessa cosa. Una dichiarazione questa che, in pratica, significa che nessuno farà nulla se gli altri non avranno fatto prima qualcosa, e che porta inevitabilmente a prolungare una situazione di stallo, in attesa che qualcuno prima o poi faccia la prima mossa.

Infine, il “balanced package of decisions”, da portare a Cancun, spesso sollecitato dal Segretario Generale della UNFCCC: Christiana Figueres, entro cui dovevano entrare le questioni politiche più spinose, tra cui le proposte su come integrare i due trattati AGW-LCA e AGW-KP e con quale forma legale, è rimasta, alla fine, una scatola vuota piena solo di titoli di problematiche tecniche, essendo alte le divergenze esistenti anche sul “balanced package”.

Ecco perché, la prossima Conferenza di Cancun si presenta piuttosto nebulosa ed appare già da ora fallimentare. Ciò nonostante, non bisogna essere pessimisti: non va dimenticato, infatti, che nei negoziati delle Nazioni Unite spesso accade che le situazioni di stallo si rompono in breve tempo e che all’ultimo minuto si prendono decisioni inaspettate, purchè, però, ci sia qualche paese che voglia assumere un ruolo guida nel negoziato, come spesso aveva fatto nel passato la UE. Ora che la UE è, invece, defilata, potrebbe essere il Messico, assieme al Brasile ed all Sud Africa ad avere il maggior interesse ad assumere un ruolo di leadership mondiale per portare a buon fine questa difficile fase.

Intanto, Cina ed USA, i maggiori emettitori mondiali, continuano a studiarsi a vicenda, qualche volta si appoggiano a vicenda nel negoziato, talvolta, invece, si scontrano. Negli’ultimi giorni di Tianjin, i toni sono però saliti, e si sono accusati a vicenda sullo stallo esistente e sulla mancanza di volontà ad impegnarsi concretamente,nonostante l’accordo di Copenaghen concordato fondamentalmente tra loro.