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Ungheria: arrestato il manager dell’azienda responsabile dell’alluvione di fanghi rossi

11 ottobre 2010 0 commenti

HUNGARY FLOOD OF CHEMICAL SLUDGEE ora il governo ungherese sceglie la linea dura: l’amministratore delegato della società Mal, titolare della fabbrica di alluminio di Ajka dalle cui vasche di scarico sono fuorusciti 800mila metri cubi di fanghi tossici in Ungheria occidentale, è stato arrestato. L’ha annunciato oggi in Parlamento il primo ministro magiaro Viktor Orban. Orban ha spiegato che il governo deve assumere il controllo diretto della Mal e che gli asset dell’azienda devono essere congelati. Orban ha anche chiarito che il governo intende preservare l’interesse pubblico, facendo ripartire la produzione di alluminio in maniera sicura presso la fabbrica, anche tenendo conto che è necessario salvare migliaia di posti di lavoro. Almeno sette persone sono rimaste uccise e 150 ferite a causa dell’alluvione di fanghi tossici. I liquami sono defluiti anche nelle acque di alcuni affluenti del Danubio, uno dei quali (il Marcal) è ormai considerato morto dagli esperti. Apparentemente non ci sono stati invece danni per secondo più lungo fiume d’Europa dopo il Volga.

L’80% dell’argine supplementare al deposito dell’impianto di lavorazione dell’alluminio e’ stato ultimato e il resto sara’ finito entro sera: lo ha annunciato il portavoce della protezione civile Tibor Dobson in dichiarazioni oggi a Kolontar, il paese piu’ colpito dal disastro ecologico. Il perdurante bel tempo in Ungheria e in tutta la regione favorisce i lavori di costruzione e diminuisce anche il rischio, che aumenta con la pioggia, di infiltrazioni e frane delle pareti del deposito con conseguente fuoriuscita del fango. Il nuovo argine assicura una difesa per i comuni di Kolontar e il vicino Devecser. Si tratta di una costruzione non provvisoria, bensi’ permanente per proteggere dal rischio di nuove esondazioni del deposito che contiene ancora, ha precisato Dobson, 2,5 milioni di metri cubi di fango rosso tossico. Le case di Kolontar fuori del nuovo argine, fortemente lesionate e inagibili, saranno demolite. Anche gli abitanti di Devecser non torneranno probabilmente piu’ nelle loro case: circa 200 di esse sono state danneggiate dalla marea tossica fuoriuscita lunedi’ scorso.

Il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso si recherà domani in Ungheria per fare il punto sull’inondazione di fanghi tossici che ha prodotto un disastro ambientale nella parte occidentale del paese e ha provocato almeno sette morti. L’ha reso noto oggi il portavoce dell’esecutivo europeo Olivier Bailly. Barroso incontrerà il primo ministro Viktor Orban. “Avrà l’occasione di fare il punto sulle inondazioni che hanno avuto luogo nella regione di Kolontar e sull’attivazione del meccanismo di protezione civile europeo richiesto dall’Ungheria nel fine settimana”, ha spiegato il portavoce. Bruxelles, in seguito a quest’attivazione, ha inviato in Ungheria cinque esperti di bonifiche ambientali.