Cresce la quotazione delle materie prime agricole. In pericolo anche la carne
La soia con un balzo ha raggiunto la quotazione massima degli ultimi due anni superando il tetto psicologico dei 12 euro per bushel (0,31 euro al chilo), per chiudere a 12,034 euro per bushel per consegne a novembre al Chicago Board of Trade, dove l’aumento ha riguardato tutte le materie prime agricole a partire dal mais che è salito a 5,724 dollari a bushel per consegne a dicembre, mettendo a segno un aumento del 40% rispetto a luglio. È quanto è emerso nel corso del Forum dell’Agricoltura e dell’Alimentazione organizzato dalla Coldiretti a Cernobbio al quale interviene David Lehman, del Chicago Board of Trade, punto di riferimento del commercio internazionale materie prime agricole, che ha messo in guardia sui possibili effetti sull’aumento dei prezzi della carne e degli altri alimentari, registrato in Italia dai dati Istat sui prezzi al consumo che, dopo periodo di stasi, tornano a crescere con un incremento tendenziale dello 0,4%.
Soia e mais sono infatti due componenti fondamentali della dieta alimentare degli allevamenti. La spinta in alto viene giustificata – sottolinea la Coldiretti – dalle previsioni non positive di raccolto per effetto delle condizioni climatiche avverse negli Stati Uniti dove secondo l’ultimo rapporto dell’Usda la produzione di mais dovrebbe essere di 12,7 miliardi di bushel, con un calo del 3% rispetto allo scorso anno, quella di soia di 3,41 miliardi di bushel, con un calo del 2%, mentre sul grano pesa il calo del 25% della produzione in Russia che era tra i principali Paesi esportatori e dell’Ucraina. Anche nell’Unione Europea a 27 per la raccolta di cereali le stime rivelano che – riferisce la Coldiretti – la produzione si attesta sui 274 milioni di tonnellate, con una diminuzione del 5% rispetto alla produzione del 2009 a causa delle condizioni climatiche sfavorevoli verificatesi in numerosi Stati membri.