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Legambiente: il 98% dei comuni toscani a rischio frana o alluvione

16 ottobre 2010 0 commenti

alluvioneFirenzeSono ben 280 i comuni toscani a rischio frane o alluvioni, ossia il 98% del totale. Tra i 10 capoluoghi toscani, ben sette – Firenze, Livorno, Lucca, Massa, Pisa, Prato e Pistoia – presentano il 100% delle Amministrazioni classificate a rischio. Seguono Arezzo, Siena e Grosseto, rispettivamente con il 97, il 94 e l’86% delle municipalita’ considerate a rischio.

Sono alcuni dei dati emersi dall’indagine sui Comuni toscani effettuata da Ecosistema Rischio 2010, la ricerca curata da Operazione Fiumi – la campagna di sensibilizzazione e prevenzione organizzata da Legambiente e Dipartimento della Protezione Civile dedicata al rischio idrogeologico – presentata questa mattina a Firenze, da Piero Baronti, presidente Legambiente Toscana, e Paola Tartabini, portavoce di Operazione Fiumi. L’88% dei comuni ha abitazioni nelle aree golenali, negli alvei dei fiumi o in aree a rischio frana, il 33% delle amministrazioni presenta addirittura interi quartieri in zone a rischio, mentre il 76% ha edificato in tali aree strutture e fabbricati industriali, con evidente rischio non solo per l’incolumita’ dei dipendenti ma anche per eventuali sversamenti di prodotti inquinanti nelle acque e nei terreni. Ancora, nel 37% dei casi sono presenti in zone esposte a pericolo anche strutture sensibili, come scuole e ospedali.

Complessivamente, tra abitazioni, strutture industriali e strutture sensibili si puo’ stimare che nei 280 comuni toscani classificati a rischio dal Ministero dell’Ambiente e dall’UPI, ci siano oltre 680 mila persone quotidianamente esposte a pericolo, cifra che equivale al 18% della popolazione regionale. Preoccupante, secondo Legambiente, la situazione della messa in sicurezza del territorio: solo nel 3% dei casi sono state avviate iniziative di delocalizzazione di abitazioni dalle aree piu’ a rischio, percentuale che sale a 7 considerando gli insediamenti industriali che insistono su aree esposte a pericolo di frane e/o alluvioni. Tra le amministrazioni comunali toscane a rischio, quasi otto su dieci non svolgono ancora un lavoro complessivamente positivo di mitigazione del dissesto idrogeologico. ”I dati emersi dalla nostra indagine – commenta Tartabini – restituiscono l’immagine di un territorio endemicamente fragile, in cui troppo spesso lo sviluppo urbanistico non ha tenuto adeguatamente conto del rischio”.

Positiva, invece, la situazione relativa alla pianificazione dell’emergenza e all’organizzazione della protezione civile locale: il 96% dei comuni, infatti, ha predisposto un piano d’emergenza con il quale fronteggiare situazioni di crisi e il 75% delle municipalita’ lo hanno aggiornato negli ultimi due anni, fatto estremamente importante giacche’ disporre di piani vecchi puo’ costituire un grave limite in caso di necessita’. Il 90% delle amministrazioni, inoltre, sono stati realizzati interventi di manutenzione ordinaria delle sponde e delle opere di difesa idraulica e interventi di messa in sicurezza dei corsi d’acqua e di consolidamento dei versanti franosi.

Il 58% dei comuni, infine, si e’ dotato di sistemi di monitoraggio per l’allerta tempestiva in caso di pericolo di alluvione o frana. ”La Toscana e’ una regione caratterizzata da marcate contraddizioni – ha detto Baronti -. A fronte di un sistema locale di protezione civile diffuso ed efficiente, si riscontra una preoccupante diffusione di costruzioni in aree esposte a pericolo di frana e/o alluvione”.