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Agezia europea per l’ambiente: l’Italia deve far di più per Kyoto

18 ottobre 2010 0 commenti

CiminieraDi qui al 2012, l’Italia deve fare piu’ sforzi per assicurare che il target dell’Ue a 15 del Protocollo di Kyoto venga raggiunto. E’ questo il messaggio lanciato dall’ultimo rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente (Eea), secondo cui l’Ue a 27 invece procede bene nel raggiungimento del taglio del 20% delle emissioni per il 2020. L’Agenzia europea, che fa riferimento ai dati del 2008 e a quelli disponibili per il 2009, mostra un crollo della produzione di gas serra che potrebbe anche portare a superare il target dell’8% previsto da Kyoto, ma allo stesso tempo invia una sollecitazione a Italia, Austria e Danimarca, le ultime della classe, perche’ compiano ulteriori riduzioni di gas serra entro il 2012.

”Non possiamo aspettare la scadenza del periodo coperto dal protocollo di Kyoto – commenta Jacqueline Glade, direttore esecutivo dell’Agenzia Ue – per cominciare a realizzare politiche che interessino i settori che non rientrano nello schema dell’emission trading (Ets), come i trasporti e il riscaldamento domestico. Questi settori sono cruciali per i target fissati al 2020”. Secondo i dati del rapporto, nel 2008 e nel 2009 si stima che l’Ue a 15 abbia ridotto la sua media annuale di emissioni di oltre 250 milioni di tonnellate di CO2, quindi oltre quanto necessario per raggiungere l’obiettivo di Kyoto.

Basandosi pero’ sui dati del 2008, tre paesi (Italia, Danimarca e Austria), oltre a Lichtenstein e Svizzera, ma anche la Croazia, paese candidato all’adesione, devono aumentare gli sforzi per poter centrare i propri obiettivi prima del 2012. Visto che l’allocazione dei permessi di emissioni sul mercato delle emissioni dell’Ue e’ gia’ stato deciso per l’intero periodo 2008-2012, secondo l’agenzia europea ora il taglio nei settori non coperti dall’Ets, come trasporti, riscaldamento domestico, agricoltura e rifiuti, e’ diventato necessario per rispettare gli impegni di Kyoto. La crisi economica ha ampiamente contribuito alla caduta dei gas serra nel 2009 rispetto al 2008 (circa del 6,9% secondo le stime dell’agenzia Ue), ma questo impatto e’ stato sentito in maniera meno significativa nei settori non inclusi nell’Ets (-3,3%), rispetto a quelli che invece ne fanno parte (-11,7%). Il ritorno ad una crescita economica potrebbe temporaneamente pareggiare o addirittura invertire il declino registrato negli anni passati, ma la previsione e’ che continui la stessa tendenza alla diminuzione.