L’appello del Wwf: “L’Italia si impegni di più per la difesa dell’ambiente”
“Gli obiettivi che la Convenzione aveva posto entro il 2010 non sono stati raggiunti e per questo i delegati a Nagoya dovranno non solo concordarne di nuovi ma anche impostare i meccanismi che consentano di finanziare le azioni per raggiungerli”. Lo afferma il Wwf, in occasione del via dei lavori a Nagoya, in Giappone, della Conferenza delle parti (COP10) sulla Convenzione per la biodiversita’. L’associazione del Panda ricorda che l’oiettivo del summit e’ far raggiungere “nuovi accordi in grado di fermare la continua perdita di ricchezza di vita e la continua erosione dei sistemi naturali”.
Ma soprattutto, esortano gli ambientalisti, “servono risorse” insieme a “piani d’azione regionali, indicatori di sostenibilita’ e la legge quadro sulla biodiversita’”. La biodiversita’, ricorda il Wwf, “e’ una vera e propria assicurazione sulla vita per gli abitanti del pianeta”, poiche’ “assicura i piu’ importanti servizi che la natura possa offrirci” quali come aria pulita e acqua, suoli fertili, risorse marine per l’alimentazione e sostanze naturali “utili per la nostra salute”.
Il Wwf chiede di “incorporare i valori della biodiversita’ nella contabilita’ nazionale, nelle strategie di riduzione della poverta’ e di sviluppo nonche’ nei processi di pianificazione”. E poi occorre “’alzare l’asticella’ per le aree protette, facendo del 20% del territorio globale un obiettivo concreto di difesa entro il 2020”. Questo perche’, lamentano gli ambientalisti, “fino ad oggi sono senza protezione gli habitat che contengono almeno un quinto di tutte le specie minacciate, mentre gli oceani sono difesi con aree protette per meno dell’1%” .
Il Wwf chiede poi interventi per raggiungere l’obiettivo di ‘deforestazione zero’ al 2020 per rendere gli ecosistemi forestali sani e ricchi di biodiversita’ e dunque “piu’ resistenti anche alle conseguenze dei cambiamenti climatici”. A Nagoya, continua l’associazione del Panda, servira’ anche la sottoscrizione di un Protocollo che “riconosca gli interessi dei paesi piu’ a ‘rischio-biodiversita’ e che garantisca i diritti delle popolazioni locali sulle risorse genetiche e le conoscenze tradizionali”. Al Governo italiano il Wwf chiede quattro cose: piu’ risorse finanziarie per la difesa della biodiversita’, piani d’azione regionali, creazione di indicatori di sostenibilita’ e la Legge Quadro sulla Biodiversita’.
Per Isabella Pratesi, responsabile programma Conservazione del Wwf Italia, “bisogna che a Nagoya le istituzioni del nostro paese confermino nei fatti di considerare il patrimonio naturale e i servizi che vengono resi dagli ecosistemi come parte integrante della nostra ricchezza nazionale e del benessere della comunita’”. Questo anche alla luce del fatto che l’Italia “e’ il paese europeo piu’ ricco di biodiversita’ con 57.468 specie animali (8,6% endemiche) 12.000 specie floristiche (13.5%) endemiche”. Ma, avverte Pratesi, “molto di questo patrimonio si sta perdendo”. Infatti “attualmente sono a rischio il 68% dei vertebrati terrestri, il 66% degli uccelli, il 64% dei mammiferi e l’88% dei pesci di acqua dolce”.