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UE: clonazione animale sospesa per 5 anni

19 ottobre 2010 0 commenti

pecore clonateLa Commissione europea ha annunciato oggi che proporra’ una sospensione temporanea della clonazione animale a scopo alimentare nell’Unione europea. La Commissione prevede anche di sospendere temporaneamente l’utilizzo di animali d’allevamento clonati nonche’ la commercializzazione di alimenti da animali clonati. Tutte le misure temporanee saranno rivedute dopo cinque anni. È anche prevista la creazione di un sistema di tracciabilita’ per le importazioni di materiale produttivo per cloni, come sperma ed embrioni di cloni. Il sistema permettera’ agli allevatori e all’industria di creare una base di dati per gli animali derivati da tale materiale riproduttivo.

“La comunicazione adottata oggi e’ una risposta agli inviti del Parlamento europeo e degli Stati membri ad avviare una politica specifica dell’Ue su questo punto sensibile – dice il commissario responsabile per la salute e la politica dei consumatori, John Dalli- ritengo che la sospensione temporanea costituisca una soluzione realistica e attuabile in risposta alle attuali preoccupazioni relative alla salute e al benessere”. Il commissario sottolinea che “la proposta non sospendera’ la clonazione per utilizzi diversi dall’alimentazione, come ad esempio la ricerca relativa alla conservazione di specie in via di estinzione o l’utilizzo di animali per la produzione di prodotti farmaceutici”. Per concludere Dalli esprime la speranza che “con l’adozione di questa relazione il Consiglio, il Parlamento europeo e la Commissione avanzeranno sulla proposta relativa ai nuovi prodotti alimentari che costituisce un importante contributo per la protezione dei consumatori e l’innovazione”.

 A parere della Commissione, “l’insieme selettivo di misure, accompagnate da una clausola di riesame dopo cinque anni costituisce la migliore via da seguire per affrontare l’argomento”. Queste misure “rispondono alle preoccupazioni relative al benessere degli animali senza introdurre restrizioni superflue e ingiustificate”. La comunicazione di oggi presenta una valutazione della tecnologia di clonazione per quanto riguarda la produzione degli alimenti ed esamina gli aspetti relativi alla clonazione alla luce dell’attuale quadro legislativo. La Commissione “riconosce le sfide relative al benessere degli animali e tiene conto dell’elemento etico legato alla clonazione” ed “osserva inoltre che non vi sono riscontri scientifici che confermino le preoccupazioni relative alla sicurezza alimentare per quanto riguarda gli alimenti ottenuti da animali clonati o dalle loro progenie”.

La comunicazione esamina la clonazione sia negli Stati membri che nei paesi terzi. Nell’Ue le importazioni, la commercializzazione e l’utilizzo dei prodotti derivati da cloni sono attualmente coperti da una legislazione generale Ue. La Danimarca e’ l’unico Stato membro che ha deciso un divieto nazionale sull’utilizzo della clonazione di animali a scopi commerciali, mentre alcuni paesi terzi stanno gia’ utilizzando la clonazione per produrre animali da allevamento.
La Commissione ha consultato le parti in causa, ha chiesto all’EFSA di aggiornare i dati scientifici e ha tenuto conto del parere del Gruppo europeo per l’etica.

La clonazione consiste nella creazione di un organismo in quanto copia genetica di un altro organismo. Cio’ significa che due organismi hanno esattamente lo stesso Dna. Il dibattito relativo alla clonazione a scopi alimentari e’ iniziato alcuni anni fa quando embrioni clonati sono stati importati nell’Ue. In base all’attuale regolamentazione dell’Unione europea, solo alimenti prodotti da cloni sono considerati “nuovi prodotti alimentari” in quanto non sono prodotti secondo le tecniche di allevamento tradizionali. Quindi tali alimenti rientrano nell’ambito del regolamento sui nuovi prodotti alimentari, che e’ attualmente in discussione a livello dell’Ue. I nuovi prodotti alimentari sono gli alimenti e gli ingredienti alimentari che non sono stati utilizzati in modo significativo per il consumo umano nell’ambito dell’Unione europea prima del 15 maggio 1997. Nel settembre 2008 il Parlamento, in una sua risoluzione, ha sostenuto il divieto totale della clonazione. Nel 2009, allo scopo di ottenere una visione piu’ ampia della questione, il Consiglio ha chiesto alla Commissione di presentare una relazione. Nel corso della sua audizione al Parlamento europeo all’inizio dell’anno, il commissario Dalli ha promesso che la relazione sara’ presentata entro la fine del 2010.

La commissione Europea che ha dovuto tenere conto del fatto che la maggioranza assoluta dei cittadini europei e italiani, secondo l’ultima indagine di Eurobarometro, bocciano la possibilità che latte, formaggi e carne provenienti da animali clonati arrivino sulle tavole per motivi ambientali, etici, sanitari ed economici, avendo peraltro ben chiaro il significato della nuova tecnica. Lo afferma la Coldiretti commentando positivamente la moratoria di 5 anni alla clonazione per scopi alimentari di bovini e suini decisa oggi dalla Commissione Europea.

Secondo la Coldiretti ‘’rimangono perplessita’ sulla mancanza di chiarezza per quando riguarda la presenza sul mercato della progenie di animali clonati’’. Secondo la Coldiretti occorre intervenire anche per impedire l’arrivo sul mercato di latte e derivati provenienti dagli eredi delle mucche clonate che rappresenta un rischio concreto anche per l’Italia che Š il piu’ grande importatore europeo di latte e derivati dall’estero.

Nell’Unione Europea la Danimarca – ricorda la Coldiretti – Š infatti l’unico Stato membro che ha deciso un divieto nazionale sull’utilizzo della clonazione di animali a scopi commerciali, mentre alcuni paesi terzi stanno già utilizzando la clonazione per produrre animali da allevamento.

Secondo il documento dell’Agenzia per la sicurezza alimentare europea (Efsa) sulla clonazione si evidenzia – riferisce la Coldiretti – che gli animali clonati hanno un tasso di mortalità più alto rispetto agli altri e sono affetti da anomalie dello sviluppo.
La commercializzazione di carne, latte e formaggi proveniente da animali clonati è – continua la Coldiretti – un rischio inaccettabile che oltre ad un problema di scelta consapevole da parte dei consumatori e di rispetto della biodiversità pone evidenti perplessità di natura etica.

Dopo oltre tredici anni dalla scoperta della pecora Dolly, pubblicata sulla rivista Nature del febbraio 1997, oggi Š possibile clonare un animale con una spesa attorno i diecimila euro e la tecnica – sottolinea la Coldiretti – riguarda già molti animali da allevamento dalle pecore ai maiali, dai tori ai cavalli, con sperimentazioni effettuate anche in Italia con il toro Galileo, la cavalla Prometea e anche con un muflone selvatico.