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Dichiarazioni ufficiali a Nagoya, Prestigiacomo: “Dobbiamo fare di più”

27 ottobre 2010 0 commenti

ADDITION Japan Biodiversity Conference

E’ stato il Messico ad aprire nel pomeriggio le danze degli statement, le dichiarazioni ufficiali che tutti gli Stati presenti a Nagoya faranno in questi giorni per prendere una posizione ufficiale rispetto all’andamento dei negoziati della Conferenza ONU sulla biodiversità. Dovendo essere protagonista del prossimo grande evento ONU a Cancun, il Ministro dell’Ambiente Juan Rafael Elvira Quesada ha concentrato gran parte del suo intervento sulla connessione tra biodiversità e cambiamenti climatici, invitando tutti a prendere un serio impegno.

Di fatto però è il pacchetto dei tre obiettivi, che include il protocollo sull’accesso alle risorse genetiche (ABS – Access and Benefit Sharing), il piano per la strategia per le risorse e per l’arresto della perdita di biodiversità, l’argomento più ricorrente. Anche la Namibia infatti, con uno discorso relativamente poco retorico della Ministra Netumbo Nandi_Ndaitwah, ha rimarcato la necessità che vengano presi tutti e tre gli impegni in contemporanea, concludendo con una frase molto d’effetto “Salviamo la biodiversità, in modo che la biodiversità possa salvare noi”. Si sono alternati interventi più o meno illuminati nel pomeriggio, pressappoco una quarantina. Ma in realtà, al di là della vetrina degli statement, il negoziato sta proseguendo nei working group e nei meeting informali tra i Ministri, messi in agenda dal Governo Giapponese.

Il Brasile, che nel pomeriggio ha annullato una conferenza stampa, continua ad avere un ruolo importante nella difesa dei diritti dei Paesi in via di sviluppo. Ed infatti la Ministra Izabella Teixeira ha fatto un intervento molto energico. “Ho paura che si crei la medesima situazione che abbiamo visto a Copenhagen”, ha detto, rimarcando la necessità che vengano prese decisioni che siano adatte a tutti gli stati parte della Convezione dell’ONU sulla Biodiversità. “Possiamo scegliere di evitare questi meeting senza fine che non ci fanno che posporre il risultato e ci portano distanti dall’esigenze della vita quotidiana”. E ha quindi concluso dicendo: “Abbiamo visto fino ad ora cosa ci separa, cerchiamo di trovare e mettere in evidenza quello che ci può unire.”

A metà pomeriggio è stata anche la volta dello statement dell’Italia. “Molto è stato fatto fino ad ora – ha detto il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo – ma dobbiamo fare di più”, rimarcando come l’Italia sia perfettamente in linea con la posizione dell’Unione europea. E proprio la UE ha tenuto in serata una delle ultime conferenze stampa, in cui è stato rimarcato che ancora diversi aspetti dell’ABS restano irrisolti.

Intanto, nel corso della conferenza di Nagoya, è stato presentato uno studio globale sulla situazione dei vertebrati: “Si conferma una crisi di estinzione, con un quinto delle specie minacciate”. Tuttavia la situazione “sarebbe peggiore se non fosse per gli attuali sforzi di conservazione”. Lo studio, spiega una nota, sara’ pubblicato sulla rivista scientifica ‘Science’ e ha utilizzato dati su 25 mila specie presenti nella ‘Lista rossa delle specie minacciate’ dell’Unione internazionale per la conservazione delle natura (Iunc). I risultati mostrano che “in media 50 specie di mammiferi, uccelli, e anfibi si avvicina all’estinzione ogni anno”. Cio’, denuncia lo studio, “a causa dell’impatto dell’espansione agricola, del taglio delle foreste, del sovrasfruttamento, e delle specie invasive”. Dati alla mano, i risultati mostrano che la percentuale di specie minacciate tra i vertebrati va dal 13% negli uccelli al 41% negli anfibi. Mostra poi che lo stato della biodiversita’ sarebbe declinato “almeno del 20% in piu’ se non fossero stati messi in atto interventi di conservazione”. Infatti il rapporto mette in luce come 64 specie di mammiferi, uccelli e anfibi “hanno migliorato il loro status grazie ad azioni di conservazione di successo”. Queste includono tre specie che “erano estinte allo stato selvatico e ora sono state reintrodotte con successo in natura”. Si tratta del condor della California e il furetto dai piedi neri, negli Stati Uniti, e il cavallo di Przewalski, in Mongolia.

 

di Elisabetta Mutto Accordi