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Associazioni mobilitate: il nucleare è troppo caro e troppo pericoloso

5 novembre 2010 0 commenti

Il nucleare fa male all’ambiente, al portafogli e alla salute. Lo denuncia il comitato nazionale ‘Fermiamo il nucleare- non nonuke_now-4a09887ec5b67serve all’Italia’, cartello di 17 associazioni, in occasione dell’anniversario del referendum popolare contro l’energia prodotta da atomo. In un incontro organizzato a Roma il comitato (cui aderiscono tra le altre Wwf, Greenpeace, Legambiente, Lav e Lipu), cita uno studio- il ‘Kick studium’, studio governativo tedesco, realizzato da epidemiologi dell’Universita’ di Magonza su tutti e 16 gli impianti nucleari della Germania, secondo il quale “i bambini che abitano a meno di 5 chilometri dai reattori hanno un incremento dei 76% del rischio di contrarre una leucemia rispetto ai coetanei che vivono a piu’ di 50 chilometri”. Ancora, riferiscono le associazioni, uno studio dell’universita’ di Brema nel 1997 ha rilevato “un aumento di casi di leucemia infantile nelle vicinanze di un reattore nucleare pari a sei volte superiore alla media nazionale”. Insomma “ci sono studi- evidenzia il comitato- che dimostrano come la frequenza di bambini e adulti ammalati cresce via via che ci si avvicina all’impianto”. Ma il nucleare e’ anche un costo, e per l’Italia rischia di essere piu’ elevato del previsto.

Come spiega Giuseppe Onufrio, direttore generale di Greenpeace, “negli Stati Uniti per realizzare un solo impianto Epr, della stessa tecnologia che si dovrebbe realizzare in Italia, si ragiona in termini di circa 10 miliardi di dollari, vale a dire piu’ del doppio di quello che ci dicono dovrebbe costare in Italia”. Negli Stati Uniti Constellation energy ed Edf si sono consorziate in Unistar per realizzare una centrale nel Maryland. Ebbene, “il partner di Edf ha rinunciato a 7,5 miliardi di garanzie pubbliche”. Che vuol dire? Da un punto di vista economico, tenuto presente che “le banche coprono al massimo l’80% delle spese complessive”, se “a questi 7,5 miliardi di dollari pubblici si aggiunge il restante 20%, vuol dire che un solo impianto costa circa 10 miliardi di dollari”. Costi economici, dunque, ma soprattutto costi sanitari. Per le associazioni del Comitato (Accademia Kronos, Ambiente e lavoro, Amici della Terra, associazione Mediterranea per la natura, Comitato ‘Si’ alle energie rinnovabili no al nucleare’, Fare verde, Forum ambientalista, Greenpeace, Italia Nostra, Lav Legambiente, Lipu, Mountain wilderness, Pro Natura, Jane Goodall Institute Italia, Vas e Wwf Italia), “Umberto Veronesi pare sottostimare grandemente i rischi legati alla tecnologia in questione”. Il noto oncologo, criticano le sigle ambientaliste, “minimizza sistematicamente ogni problema, chiudendo gli occhi su quello che succede nei paesi dove il nucleare c’e'”. E dove l’atomo e’ realta’, continuano, ci sono malattie e decessi. Come ricorda il Comitato, “l’Organizzazione mondiale per la sanita’ (Oms) e l’Agenzia atomica (Aiea) avevano calcolato 9.000 morti e circa 200 mila persone ammalatesi a causa della contaminazione conseguente all’incidente di Chernobyl”. Ancora, sottolineano, “i ricercatori hanno stimato che le morti dovute alle conseguenze della contaminazione radioattiva, dal 1986 al 2004 sono state 985 mila”, numero che “sta aumentando”.

Come se non bastasse, continua il comitato ‘Fermiamo il nucleare- non serve all’Italia’, uno studio effettuato presso gli impianti di ritrattamento di Sellafield e Dounreay (Gran Bretagna) e a Krummel (Germania) “ha registrato tassi di rischio di tumori superiori da due a quattro volte rispetto alla media europea”. Quanto alla Francia, il paese transalpino “ha un tasso di tumori tiroidei doppio rispetto al resto d’Europa”. A proposito di Francia, “la stessa autorita’ di sicurezza nucleare francese, commentando un incidente avvenuto all’impianto di Tricastin a luglio 2008, ha reso noto che si contano in Francia ogni anno almeno 100 incidenti considerati di piccola entita'”. Ma, avvertono le associazioni, “il nucleare fa male anche quando non si verificano incidenti”. Insomma, “il nucleare non serve al nostro paese”, taglia corto Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente. “Perche’ fa male e costa”, spiega. “Moody’s ci dice che un megaWattora di nucleare costa 150 dollari, un megaWattora di eolico ne costa 125″. E poi, ricorda, “McKinsey ci dice che al 2050 tutta Europa con molta probabilita’ sara’ avra’ elettricita’ da rinnovabili”. Quindi, conclude Cogliati Dezza, “sembra si vada in tutt’altra direzione, e ribadiamo ‘no al nucleare”.