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Sui tagli all’Ambiente è scontro Prestigiacomo-Tremonti

5 novembre 2010 0 commenti

tremonti Il ministro dell’Economia torna a minacciare le dimissioni perche’ offeso “davanti a tutti” da Stefania Prestigiacomo. In due anni e mezzo di legislatura c’e’ chi dice che il titolare di via XX settembre le abbia annunciate ormai tre o quattro volte. Non solo la serie di incomprensioni con il premier Berlusconi nel primo anno di vita dell’esecutivo, Tremonti ha litigato proprio con tutti. La lista e’ lunga: Scajola, Brunetta, Bondi, Gelmini, Frattini, Galan e Prestigiacomo. E proprio il ministro dell’Ambiente oggi e’ stata protagonista di uno scontro molto duro con il numero uno del Tesoro per una questione di fondi bloccati dal Cipe. Il Mef smentisce in una nota il litigio ma contrattacca spiegando che se ci sono ritardi nell’utilizzo dei fondi la colpa e’ del dicastero dell’Ambiente.

Ancora una volta il problema sono i tagli disposti con la legge di stabilita’. Prestigiacomo lamenta in Consiglio di non poter disporre dei fondi per il dissesto idrogeologico e Tremonti le risponde che la cosa puo’ essere risolta “in separata sede”. A quel punto Prestigiacomo, rossa di rabbia, accusa il ministro di dire “cretinate” e che non deve permettersi di trattare i colleghi come “scolaretti”. Se “devi spiegare qualcosa fallo in Consiglio dei ministri, non in separata sede”, attacca la siciliana del Pdl.( Tremonti non replica, esce dalla sala e a Berlusconi chiede le scuse di Prestigiacomo, altrimenti e’ pronto a dimettersi. Il premier, come spesso e’ accaduto e continua ad accadere, convince la ministra a non “drammatizzare” e a non alzare “troppo i toni”. E cosi’ quest’ultima chiede scusa. Raccontano che alla Prestigiacomo non e’ andata giu’ l’ironia dello stesso Tremonti che, al termine della conferenza stampa a Palazzo Chigi, sibila ai cronisti: “Oggi mi ha pure
chiesto scusa la Prestigiacomo, sono commosso”.

Il rimpallo polemico non e’ pero’ ancora finito perche’, se da una parte il Tesoro in una nota smentisce (“Le ricostruzioni su di una discussione avvenuta oggi in Cdm non
corrispondono a verita'”), dall’altra rilancia spiegando che sulla “procedura di utilizzo dei fondi” non c’e’ alcun “ritardo, nessun blocco da parte del Cipe che dipende da Palazzo Chigi”. Considerando inoltre che la delibera Cipe risale al 6 dicembre 2009, prosegue la nota, “se c’e’ stato un ritardo, una omissione, e’ stato da parte del ministero dell’Ambiente. A riprova di cio’, ad oggi non risulta ancora pervenuta nessuna richiesta di utilizzo dei fondi alla sede competente”.

A stretto giro, la replica della Prestigiacomo. ”Le ricostruzioni del Tesoro sono assurde e fantasiose. C’e’ la fila di ministri davanti alla porta di Tremonti e tutti chiedono di poter spendere i fondi stanziati, ma bloccati con mille tecnicismi. Personalmente non vivo questo problema come una sfida personale, forse per altri invece e’ cosi”’.