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Napolitano: disastri idrogeologici colpa del cambiamento climatico ma anche del mancato rispetto delle regole

9 novembre 2010 0 commenti

Presidente_NapolitanoI disastri idrogeologici sono colpa anche del cambiamento climatico ma anche e soprattutto dell’abuso del territorio e dell’inosservanza delle norme urbanistiche. Incontrando Green Cross Italia e il m ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha avuto parole nette. «È vero che c’è in atto un cambiamento climatico, che i fenomeni sono più violenti di una volta e che quelli estremi sono più frequenti – ha detto il Capo dello Stato- ma il fatto che se piove un pò di più crolli parte del grande patrimonio di Pompei, ricevuto dalla nostra Storia e che dovremmo essere capaci di tutelare; o che il centro di Vicenza veda invase botteghe e negozi e si perdano vite umane, ci dice che dobbiamo preoccuparci per quella incuria umana, terribile, che porta al dissesto idrogeologico dei nostri territori».

 Il presidente  esorta: «Bisogna preoccuparci dell’oggi e del domani insieme», stigmatizzando il fatto che «gli uomini pensino più a quel che fa comodo fare al momento e non pensano alle conseguenze per il futuro. Bisogna rispettare e far rispettare le regole, pensare bene alle conseguenze di quel che si fa o non si fa».  Il capo dello Stato lamenta che «parecchi principi non vengono purtroppo rispettati e, talvolta, non paga neanche chi fa cose gravissime, come la criminalità». In particolare, cita un esempio significativo: «In provincia di Caserta -si chiede- quante discariche abusive sono state fatte per il guadagno della Camorra? La lotta contro la criminalità ambientale impegna molto i magistrati e le forze dell’ordine ma occorre anche il sostegno dei cittadini: guai se si guarda con sospetto a chi fa rispettare le leggi».

 Quanto al cambiamento climatico, Napolitano osserva: «Abbiamo un’idea giusta ma che contiene elementi pericolosi, quella per al quale o si agisce tutti insieme o non si può fare nulla. Lo sforzo per accordi globali che vedano l’impegno in primis di potenze come gli Usa o la Cina non devono impedire all’Europa o all’Italia di dare l’esempio, senza stare a rimorchio in attesa che avvenga il miracolo».