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La procura di Milano blocca megalottizzazione: terreni contaminati da metalli, pesticidi, diossine, fenoli

10 novembre 2010 0 commenti

zona bisceglie (Milano)
La procura di Milano ha disposto il sequestro di 300mila metri quadri comprensivi dell’ex cava di Geregnano, in zona Bisceglie, dove era in corso un grande progetto urbanistico e dove sarebbe sorto un parco che sarebbe stato compreso nella riqualificazione delle vie d’acqua per l’Expo.

Secondo gli inquirenti milanesi, stavano costruendo quello che avrebbe dovuto essere un ‘paradisò su una discarica con tanto di falda acquifera inquinata da veleni di ogni tipo: metalli tossici, pesticidi, diossine, fenoli e sostanze altamente cancerogene. Le relazioni fatte da Asl, Arpa e Corpo Forestale hanno così determinato il pm Paolo Pirrotta, titolare del fascicolo, a mettere ‘sotto sigillì l’area e ad aprire un fascicolo dove si ipotizzano i reati di avvelenamento di acqua, omessa bonifica e gestione di discarica a carico di una decina di indagati.

Le due società che avevano ottenuto dal Comune di Milano, lo scorso anno, ad operare sull’area sono l’Antica Acqua Marcia di Francesco Bellavista Caltagirone e la Torri Parchi Bisceglie. La bonifica dell’intero territorio era stata quindi assegnata alle società Emme spa e Arcadis Set srl. Ma di bonifiche, secondo la Procura, non ne sono mai state fatte. Nè sarebbero state fatte dal momento che i costi di una ‘pulizià profonda avrebbero superato i valori immobiliari del sito. In compenso erano già state gettate le prime ‘colatè per iniziare le opere edilizie. Opere rilevanti che comprendevano 2.600 alloggi, centri anziani e giovani, centri infanzia, polisportive. Una zona destinata a confluire, in un futuro non troppo lontano, nel grande progetto relativo al parco delle vie d’acque dell’Expo. Per l’area, dunque, le prospettive erano più che ambiziose ma ai danni, secondo la procura, della salute pubblica.

“Era impensabile non intervenire, lo abbiamo fatto per tutelare la salute pubblica”, dice il procuratore aggiunto Alfredo Robledo che coordina le indagini del pm Paola Pirotta dove si ipotizzano i reati di avvelenamento delle acque, gestione illegittima di discarica e omessa bonifica. Diverse persone avevano già versato soldi per comprare abitazioni da due cooperative. L’autorizzazione alla bonifica dell’area era stata concessa alle società Antica Pia Marcia (gruppo Bellavista Caltagirone) e Torri Parchi di Bisceglie poi diventata Residenze di Bisceglie (gruppo Mangiarotti). A eseguire i lavori erano le aziende Mspa e Arcadis srl.

A dare impulso alle indagini erano stati anche gli esposti presentati nel giugno scorso Legambiente e da un comitato di cittadini, ma la procura di Milano stava già monitorando da tempo la situazione. . La tesi della procura è che la bonifica non è stata fatta perchè sarebbe costata 165 milioni di euro, 700 euro al metro quadro, molto di più del valore dell’area che si aggira sui 120 euro al metro quadro. Secondo il progetto approvato nel 2007 e illustrato un mese fa dall’assessore Masseroli sull’area avrebbero dovuto essere realizzati 2600 alloggi, un centro per giovani e anziani, una struttura sanitaria per disabili, un centro polisportivo. Gli inquirenti parlano della realizzazione di un “paradiso sull’immondizia“.