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Rifiuti illeciti: agli arresti domiciliari Giorgio Radice, presidente consiglio d’amministrazione di Riso Scotti Energy

17 novembre 2010 0 commenti

riso scottiGiorgio Radice, presidente del consiglio di amministrazione della Riso Scotti Energy, una delle societa’ della galassia del gruppo Riso Scotti, e’ agli arresti domiciliari nell’ambito di una inchiesta della procura di Pavia su traffico illecito di rifiuti e produzione illegale di energia da rifiuti. L’operazione denominata ‘’Dirty Energy’’ e’ stata condotta dal Corpo forestale di Milano e rappresenta il bilancio di un anno e mezzo di indagini. L’inchiesta conta 12 indagati, 7 le persone destinatarie di una ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari.

Il Corpo forestale ha eseguito 60 perquisizioni, sequestrando un impianto di ‘’coincenerimento’’ e 46 automezzi per un giro d’affari stimato di quasi 30 milioni di euro nel solo periodo 2007-2009. Oltre all’arresto di Giorgio Radice, l’Autorità. Giudiziaria ha disposto il sequestro preventivo dell’impianto di coincenerimento della Scotti Energy a Pavia, situato in via Angelo Scotti, e la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di: Massimo Magnani, direttore tecnico dell’impianto; Giorgio Francescone, consigliere delegato e responsabile dell’impianto;: Cinzia Bevilacqua, impiegata amministrativa dell’impianto; Marco Baldi, direttore del laboratorio di analisi chimiche Analytica S.r.l. di Genzone (Pavia); Silvia Canevari, tecnico responsabile del laboratorio Analytica; Alessandro Mancini, intermediario e Amministratore Unico della Mancini Vasco Ecology S.r.l. di Montopoli in Valdarno (Pisa).

Dalle indagini svolte e’ stato possibile accertare il coinvolgimento di diversi impianti di trattamento dei rifiuti provenienti dal circuito della raccolta urbana, dall’industria e da altre attivita’ commerciali dislocate in Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana e Puglia, impegnando oltre 250 Forestali su tutto il territorio.

L’impianto di coincenerimento Riso Scotti Energia S.P.A., posto sotto sequestro nel Comune di Pavia, utilizzava, secondo gli inquirenti, nella produzione di energia elettrica e termica, oltre alle biomasse vegetali, rifiuti di varia natura – legno, plastiche, imballaggi, fanghi di depurazione di acque reflue urbane ed industriali ed altri materiali misti – che per le loro caratteristiche chimico fisiche superavano i limiti massimi di concentrazione dei metalli pesanti – cadmio, cromo, mercurio, nichel, piombo ed altri – previsti dalle autorizzazioni. Un presunto traffico illecito di rifiuti realizzato all’interno dell’impianto di produzione di energia che ha generato un giro d’affari di circa 30 milioni di euro nel solo periodo 2007-2009.

Le indagini sono state coordinate dalla Procuratore della Repubblica di Pavia Gustavo Adolfo Cioppa e condotte dai pm Roberto Valli, Luisa Rossi e Paolo Mazza e hanno preso spunto da una iniziale notizia di reato trasmessa per competenza dalla Procura della Repubblica di Grosseto. L’inchiesta e’ stata sviluppata dal Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale di Pavia del Corpo forestale dello Stato, in collaborazione con personale della Polizia di Stato – Gabinetto Regionale della Polizia Scientifica di Milano e Direzione Centrale Anticrimine di Roma.