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Clima 2010: coralli a rischio danni rirreversibili

22 novembre 2010 0 commenti

Una barriera corallina morta

Una barriera corallina morta

Lo sbiancamento dei coralli va di male in peggio. E con il record di riscaldamento climatico del 2010 si temono danni irreparabili ai coralli del mar dei Caraibi: la maggior parte del 80% dei coralli sopravvissuti ai precedenti sbiancamenti del 2005 (l’anno più caldo dal 1880, escluso quest’anno), è in fase di sbiancamento ed il 40% dei coralli è già morto.

Ma la situazione per i coralli non è migliore negli altri oceani, specialmente nel Golfo Persico e nell’oceano Pacifico centrale dove i danni maggiori erano accaduti nel 1998 (secondo anno di caldo record dal 1880, escluso quest’anno). Quest’anno, infatti, i danni ai coralli di queste aree oceaniche potrebbero essere i peggiori mai osservati, non solo e non tanto per il riscaldamento record del 2010, quanto per lo shock termico che si è avuto nel passaggio dalla situazione di El Nino tra il 2009 ed il 2010 alla attuale situazione di la nina a cavallo tra il 2010 ed il 2011.
Con El Nino si era determinato un riscaldamento nella zona equatoriale dell’oceano Pacifico orientale (a ridosso del sud America) e un raffreddamento del Pacifico occidentale (a ridosso dell’Indonesia). Con la attuale situazione di La Nina il Pacifico orientale si è raffreddato fortemente, mentre il Pacifico occidentale si è riscaldato.
La Nina di quest’anno ha già prodotto due disastrosi effetti: con il riscaldamento del Pacifico occidentale intertropicale ha amplificato le conseguenze negative (alluvioni in Pakistan) del monsone Indiano e, con il raffreddamento del Pacifico orientale ha prodotto una siccità in Perù, Brasie ed in tutta la regione amazzonica, che non ha precednti negli ultimi 40 anni.