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Clini: a Cancun poche speranze di successo

23 novembre 2010 0 commenti

Corrado Clini

Corrado Clini

“La partita che si giochera’ alla prossima Conferenza dell’Onu sul clima a Cancun sara’ complicata, e per il momento non sembra dare adito a speranze per risultati positivi. L’Italia sta cercando di contribuire a discutere sui temi che non sono stati risolti a Copenhagen, perche’ se dovesse ripetersi a Cancun la stessa discussione dello scorso anno, non ci saranno passi in avanti”. Lo ha detto il direttore generale del ministero dell’Ambiente Corrado Clini, a margine della presentazione del libro “Idea di natura. Tredici scienziati a confronto”, edito da Marsilio e curato da Elio Cadelo.

Secondo Clini, i problemi piu’ urgenti da affrontare a Cancun sono “la sfida molto complessa che riguarda il sistema energetico con l’obiettivo della riduzione dell’uso dei combustibili fossili e delle emissioni e la pericolosa intensificazione dei fenomeni atmosferici estremi, drammaticamente attuali anche in Europa, per i quali la comunita’ internazionale deve agire non solo in termini di prevenzione, ma anche per ridurne gli effetti. Si tratta- ha aggiunto- di problemi globali che devono essere affrontati a livello globale”.

Sempre a livello globale, secondo il direttore generale del ministero dell’Ambiente, la crisi economica potrebbe rappresentare l’occasione per riorientare meglio gli investimenti, privilegiando quelli destinati alle energie pulite e alle nuove tecnologie. “Anche in Italia, ad esempio- ha osservato Clini- si potrebbe spostare una parte delle risorse destinate ai sussidi sociali e alla cassa integrazione verso attivita’ nuove ad alto contenuto tecnologico, per non correre il rischio che alla fine della cassa integrazione ci sia solo la chiusura delle fabbriche”. In particolare, secondo Clini, una parte delle risorse potrebbe essere destinata al sostegno di progetti che puntano sull’innovazione e sull’efficienza energetica.

“Le eccellenze dell’industria italiana che, ad esempio, operano nel settore della meccanica e dell’elettromeccanica– ha concluso Clini- potrebbero trarre vantaggio se potessero impiegare una parte di lavoratori oggi impegnati in settori tradizionali. Questi ultimi, cosi’, invece di non avere speranze, potrebbero essere parte di una rivoluzione tecnologica di cui l’Italia ha bisogno”.