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Acqua all’arsenico: forse in 100 mila a rubinetti asciutti

25 novembre 2010 0 commenti

acquaPotrebbero essere ”in 100.000 gli abitanti a cui sarà precluso l’uso dell’acqua potabile”, mentre per altre 900.000 persone ”si potrebbe chiedere la deroga”.  E’ la stima del ministro della Salute Ferruccio Fazio, fatta al Question Time alla Camera, in relazione ai ‘rubinetti’ da chiudere in Italia per sforamento della concentrazione di arsenico sulla base dei limiti imposti dalla direttiva Ue sulle acque destinate al consumo umano (soglia di 10 micorgrammi per litro, e deroghe fino a 20 microgrammi). 

  In seguito all’abolizione della deroga (dopo il diniego Ue alla terza proroga), in cui il ministero estendeva a 50 microgrammi per litro il valore soglia per alcuni Comuni, sarebbero ”100.000 gli abitanti” coinvolti dalla chiusura dell’acqua potabile per lo sforamento dei 20 microgrammi per litro di arsenico (il limite massimo consentito dall’Ue per le deroghe).  E così, ha poi aggiunto il ministro, in base alle ”comunicazioni pervenute dalle Regioni” la deroga la si potrebbe chiedere per ”circa 900.000 abitanti”.

   Secondo Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd “la politica dei rinvii non porta da nessuna parte”, anche perchè‚ ”le deroghe dovevano servire a risolvere definitivamente il problema” invece di diventare ”l’ennesima toppa per tirare a campare”. Per Legambiente si tratta del ”solito pasticcio all’italiana”, anche se non servono gli ”allarmismi”. Adesso, l’associazione chiede ai comuni di ”informare la popolazione e mettere a norma gli acquedotti”. Sempre Legambiente ricorda che sono 128 i comuni (su 157) che avevano fatto richiesta di deroga senza ottenerla, e che a febbraio 2010 la richiesta di rinnovo
inviata dall’Italia ha riguardato 6 Regioni (Campania, Lazio, Lombardia, Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria) mentre nel 2003 erano 10. Nel frattempo Fazio ha annunciato che, ”di concerto con il ministero dell’Ambiente”, si sta ”per emanare il decreto di recepimento della decisione europea”. Inoltre, sia il ministero che il governo sono ”disponibili a parlare con le Regioni” per trovare una soluzione al problema, che – conclude – ”non Š solo dell’Italia ma anche di altri Paesi”.

In Lombardia, nel Bresciano – a Bassano Bresciano e San Gervasio Bresciano – nel Pavese (Cava Manara Gambolò) e in provincia di Lecco (Introzzo, Sueglio). Poi nelle province di Mantova (Marcaria, Roncoferraro, Viadana), di Sondrio (Valdidentro e Valfurva) e di Varese (Maccagno, Sesto Calende, Dumenza). In Trentino, risultano non anorma le acque di Laste/Cantanghel, Canal San Bovo, Fierrozzo, Frassilongo. Quanto alla Campania, l’inquinamento da arsenico è un problema di 14 paesi, nei comuni di Boscotrecase, Cercola, Ercolano, Ottaviano, Pollena Trocchia, Portici, S. Anastasia, San Giorgio a Cremano, S. Giuseppe Vesuviano, San Sebastiano al Vesuvio, Somma Vesuviana, Terzigno, Torre del Greco, Volla. Nel Lazio, gli «utenti interessati» a Latina sono 115.490, ad Aprilia 66.624, a Viterbo 62.441 e poi ancora 10 mila ad Albano e 18 mila a Sabaudia. In Toscana acque a rischio in località vacanziere come Piombino, Cecina, Porto Azzurro e Porto Ferraio, ma anche Foiano della Chiana, Montevarchi, Campo nell’Elba, Rio Marina, San Vincenzo. Problemi anche a Orvieto in Umbria, mentre a Solda di Fuori, in Alto Adige, sono «solo» 25 gli abitanti che potrebbero ritrovarsi senz’acqua.