Home » Redazione Ecquo » biodiversità »

Gli enti locali si prendono il parco nazionale dello Stevio

1 dicembre 2010 0 commenti

Il parco nazionale dello Stelvio _ nato nel 1935 ed esteso per 135 mila ettari che ne fanno l’area protetta piu grande d’Italia _ sara’ gestito direttamente dalle Province autonome di Bolzano e Trento e dalla Regione Lombardia, in collaborazione con i Comuni interessati. Lo prevede una norma d’attuazione, approvata dalla commissione dei dodici a Roma. Secondo la norma elaborata dalla commissione paritetica Stato-Regione che ora passera’ ai ministeri competenti, il personale del parco nazionale dello Stelvio passera’ a una societa’ di gestione, finanziata tramite l’Accordo di Milano che prevede un contributo delle Province autonome per i Comuni limitrofi. Nell’ente di coordinamento del parco sara’ anche rappresentato il ministero. Secondo Legambiente, questa norma d’attuazione ”mette a rischio l’integrita’ del parco nazionale”. Il governatore altoatesino Luis Durnwalder – afferma il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – ”proprio non vuole saperne di una tutela prevista da leggi nazionali per la piu’ grande area protetta dell’arco alpino italiano”. ”La sfida della conservazione della natura nella catena alpina – prosegue Cogliati Dezza – non ha bisogno di confini ne’ di spezzettamenti amministrativi”. La politica non deve vincere sulla conservazione è la preoccupazione del WWF Italia . “Il parco con questa decisione viene sostanzialmente declassato a parco interregionale ed è fortissimo il rischio di perdere una strategia unitaria. Questo è il primo passo – sottolinea l’organizzazione ambientalista – verso un frazionamento che va nella direzione opposta di quanto servirebbe”. “Lo Stelvio _ prosegue il Wwf _ doveva essere il fulcro di un grande parco transnazionale, unito nella strategia di gestione e negli obiettivi di conservazione anche con il parco svizzero dell’Engadina e questo non solo non è avvento ma addirittura il parco viene frazionato. Le necessità di conservazione di un importante parco nazionale avvallate anche dalle richieste della comunità scientifica sono di segno opposto, cioè di coordinare e gestire in modo maggiormente coerente, anche sul piano amministrativo, le aree protette e le Alpi in generale. Lo smembramento e dunque l’affidamento delle competenze alle Province autonome, alla Regione Lombardia in collaborazione con i Comuni potrebbe garantire si finanziamenti più sicuri ma aumenterebbero i pericoli per il paesaggio, il consumo del suolo, l’attività venatoria vista la maggiore pressione a cui sono sottoposti gli enti locali da parte del territorio. “Solo la coerenza di una gestione unitaria _ sottolinea il Wwf _ può tutelare adeguatamente l’immenso patrimonio di un parco nazionale che insiste in una delle eco regioni, quella alpina, tra le più ricche di biodiversità dell’intero pianeta. Lo smembramento del Parco nazionale dello Stelvio è un pericoloso precedente anche per gli altri parchi, pur essendo la sua una situazione particolare E’ necessaria una attenzione assoluta e una assunzione di responsabilità personale da parte del Ministro Prestigiacomo perché questo non accada. E’ inoltre totalmente mancato – conclude il Wwf -un momento di confronto con tutti gli interlocutori interessati, Comuni, Comunità di Valle, Provincie, Ministero dell’Ambiente, APT, associazioni di categoria e ambientali, operatori economici, istituti scientifici e università, cittadini, forze politiche per individuare le criticità dell’attuale gestione del Parco e porvi rimedio”.