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Cancun, il mattinale. Nella terza giornata si vocifera di un colpo di scena

3 dicembre 2010 0 commenti
cancun messeKyoto addio per sempre? Il tema è caldissimo a Cancun: c’è chi tenta di rimuovere il problema minimizzando la portata nella dichiarazione giapponese, chi sottolinea che per adesso e fino al dicembre 2012 Kyoto è vivo e vegeto, ma il nervo è scopertissimo (anche per gli interessi economici in gioco, basti pensare al Cdm e complessivamente a tutto il commercio dei diritti di emissione) al punto che fra le delegazioni ci sono stati battibecchi dopo il rifiuto del Giappone alla proroga del Protocollo di Kyoto.

Servirebbe dannatamente un colpo di scena, almeno mediatico. E si vocifera nei corridoi che la presidenza messicana stia preparando una proposta a sorpresa. Magari è vero, o magari è come in guerra, negli ultimi giorni prima di una sconfitta: c’è sempre una arma segreta in arrivo, che è rivoluzionaria, assolutamente pronta e farà vincere la guerra…

Ma vediamo come è andata nelle trattative…

Gruppi AGW-LCA e AGW-KP


C’è una certa tensione nel gruppo AGW-KP, dopo il rifiuto del Giappone di prendere in considerazione una proroga al 2020 dell’attuale protocollo di Kyoto emendato, rifiuto supportato e condiviso anche dalla Russia e dal Canada. Lo Yemen, a nome del gruppo G-77 e Cina, ha risposto al Giappone chiedendo di recedere dai suoi propositi e minacciando di bloccare il proseguimento del negoziato. Nel gruppo AGW-LCA , i paesi AOSIS, hanno lamentato, invece, la lentezza e la parziale l’inconcludenza del negoziato in atto, quando nel frattempo le piccole isole e gli atolli di cui sono costituiti le loro nazioni, rischiano di essere affondati nell’oceano.
CMP

All’apertura della CMP si è discusso di meccanismi flessibili previsti dal protocollo di Kyoto, ed in particolare del CDM: “clean development mechanism”, che è l’unico, tra i meccanismi flessibili, che consente una cooperazione tra paesi industrializzati e paesi in via di sviluppo con la possibilità per i paesi industrializzati di acquisire crediti di emissione nei paesi in via di sviluppo. Poiché questo meccanismo è stato talvolta usato in modo distorto (per non dire abusato anche in forma illegale) appare necessario rivedere tutte le procedure esistenti, sia quelle autorizzative, sia soprattutto quelle di controllo, aumentando nel contempo la trasparenza di tutti i processi.  Quantunque sia stato espresso da tutti i paesi,  un generale consenso su questo argomento, tuttavia sussistono alcuni distinguo. Per esempio l’Australia ritiene che questa revisione vada ormai fatta per il protocollo di Kyoto emendato, visto che l’attuale protocollo è in scadenza. India, Zambia ed altri, invece, ritengono che sia necessario partire da subito indipendentemente dal seguito che avrà il protocollo di Kyoto, perché il CDM deve comunque continuare ad esistere anche nel trattato di lungo periodo. Alcuni paesi hanno chiesto di allargare il meccanismo del CDM anche per progetti CCS (carbon capture and storage).

La World Bank ha osservato che regole più ferree e controlli più severi sono necessari, ma bisogna stare attenti a non appesantire e burocratizzare tutte le procedure CDM, anzi, al cntrario, facendo uno sforzo per velocizzare le attuali procedure. Inoltre, ha chiesto che attraverso il CDM venissero premiate le idee innovative e l’innovazione tecnologica, allargando l’uso del CDM al settore agricolo ed agroalimentare, nonché alle nuove prospettive di protezione delle foreste e di lotta alla deforestazione.

Si è passati poi a discutere di verifiche e controlli per l’attuazione del protocollo di Kyoto. Su proposta del Comitato di verifica e controllo, l’assemblea CMP, avendo riscontrato gravi irregolarità, ha deciso di sospendere la Bulgaria dal partecipare ai meccanismi flessibili. Ha inoltre richiamato la Croazia a rispettare le regole e a comportamenti leciti. Infine, ha richiamato il principato di Monaco ad inviare quanto prima la sua comunicazione nazionale essendo ormai largamente inadempiente. La Croazia è quindi intervenuta per fare presente di avere già inoltrato ricorso su quanto le viene contestato dal momento che sia l’entità suoi obblighi, sia le modalità di attuazione non erano realistiche e congruenti, essendo stati erroneamente impostati fin dall’inizio.

Sull’argomento riguardante il Fondo di adattamento del Protocollo di Kyoto è stata espressa soddisfazione per i progressi compiuti, ma sono state espresse anche critiche per la esiguità delle risorse finanziarie che non vengono rese disponibili per inadempienze dei paesi donatori. L’Unione Europea ha chiesto che le procedure sui meccanismi di accesso a questo fondo e di concessione dei finanziamenti, sia rivisto. La successiva discussione sulla proposta del Kazakistan di essere incluso tra i paesi industrailizzati ed entrare nel mercato del commercio delle emissioni non ha trovato unanime consenso ed è stata accantonata per successivi approfondimenti.


COP

All’apertura della COP si è discussa la proposta del gruppo AOSIS secondo cui anche il trattato di lungo periodo (AGW-LCA), e non solo il protocollo di Kyoto emendato (AGW-KP) debba essere considerato legalmente vincolante e pertanto, si rende necessario discutere se sia possibile oppure se è necessario stabilire un nuovo protocollo attuativo per gli obiettivi di lungo periodo e, infine, quali strumenti e quali strategie adottare per giungere al risultato di avere due trattati legalmente vincolanti: uno per gli obiettivi di lungo periodo (al 2050) e l’altro per gli obiettivi di breve periodo (al 2020) risultato. La proposta AOSIS ha trovato il consenso della maggior parte dei paesi in via di sviluppo. Ma anche l’Unione Europea non si è detta del tutto contraria a patto che non si creino sovrapposizioni e pasticci. La Cina. l’Arabia Saudita ed il Sud Africa  preferirebbero approfondire meglio il lavoro dei due gruppi AGW-LCA e AGW-KP per avere due trattati fra di loro bilanciati ed integrati, anche se ritengono prioritario il fatto che rimanga legalmente vincolante quello che riguarda i paesi industrializzati, vale a dire quello di breve periodo (protocollo di Kyoto emendato). Australia e Norvegia hanno espresso il loro consenso perché si arrivi ad obiettivi legalmente vincolante, anche se, per quanto li riguarda, ritengono necessario un unico accordo legalmente vincolante piuttosto che due protocolli.

A MARGINE

I negoziatori hanno notato con piacere la disponibilità alla discussione e la minore intransidgnza del gruppo AOSIS su due protocolli legalmente vincolanti, così come la maggiore disponibilità della Cina  a valutare soluzioni bilanciate sui due trattati, invece che insistere solo sul protocollo di Kyoto, insistere nel ricordare a tutti continuamente il principio della responsabilità comune ma differenziata.
In ogni caso, si sta facendo strada l’idea che il vero negoziato non si stia portando avanti nelle aule delle riunioni e delle sessioni ufficiali, ma nei corridoi e nelle chiachierate informali alla caffetteria. Si vocifera che probabilmente, la vulcanica presidente messicana, dopo le consultazioni informali di corridoio, se ne uscirà con qualche proposta a sorpresa.
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