Greenpeace e Medici per l’ambiente: “Ogni grado in più, sale del 3% la mortalità”
“I cambiamenti climatici in corso provocano gravi effetti sanitari”, quali ad esempio “un aumento di malattie da inquinamento atmosferico”. Lo rilevano Greenpeace e Isde (Associazione internazionale dei medici per l’ambiente) nel rapporto ‘Si salvi chi puo’’, diffuso oggi. I dati, sottolinea Roberto Romizi, presidente di Isde Italia, “confermano che la mortalita’ umana cresce del 3% per ogni grado di aumento della temperatura terrestre”. Questo, aggiunge, significa che “i cambiamenti climatici rappresentano un problema planetario e le conseguenze riguardano anche la vita quotidiana di ciascuno di noi”.
La concentrazione di CO2 in atmosfera, denunciano le due organizzazioni, e’ salita da 300 parti per milione (ppm) del 1980 a 389 ppm nel 2010. Il ritmo di crescita 1980-2008 e’ risultato di 1,6 ppm all’anno ed e’ stato stimato che “con il ritmo attuale la CO2 potra’ raggiungere in circa 30 anni la soglia delle 450 ppm, limite fissato a Copenhagen per contenere i disastri a un livello accettabile”. Greenpeace e Isde avvertono: “Ci aspetta un aumento degli eventi meteorologici estremi quali le ‘ondate di calore’”. Il rapporto, rilevano le due organizzazioni, “evidenzia l’aumento di malattie da inquinamento atmosferico dovute all’interazione tra aumento di temperatura e inquinamento dell’aria”.
Il risultato e’ “un aumento esponenziale, anche in Italia, dell’incidenza di allergie e malattie respiratorie specie nelle fasce piu’ esposte, bambini e anziani in primis”. “Chi a Cancun lavora contro un nuovo accordo vincolante per la riduzione delle emissioni e’ semplicemente complice di queste stragi”, sostiene Domenico Belli, responsabile della campagna Energia e clima di Greenpeace, secondo il quale “e’ necessaria un’azione forte e decisa per tagliare drasticamente le emissioni di gas serra”.