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Ambiente Italia, con efficienza energetica il -30% è possibile

9 dicembre 2010 0 commenti

eolicoCon interventi mirati all’efficienza energetica si possono ridurre i consumi di energia fino a 9Mtep e le emissioni di CO2 di 28Mt entro il 2020, rendendo possibile il passaggio dell’obiettivo Ue di riduzione in dieci anni delle emissioni di gas climalteranti da -20% a -30%.

E’ illuminante lo studio realizzato dall’Istituto di ricerche Ambiente Italia e presentato oggi a Roma, nel corso del convegno «Efficienza energetica: le aziende italiane alla sfida del clima» promosso da AzzeroCO2 in collaborazione con Legambiente e Kyoto Club. All’incontro hanno partecipato imprenditori e politici e, tra gli altri, Edoardo Zanchini di Legambiente, Gianni Silvestrini di Kyoto Club, Massimo Beccarello di Confindustria e Antonio D’Alì, Presidente della Commissione Ambiente del Senato. Presenti all’incontro anche Roberto della Seta, Capogruppo Pd in Commissione Ambiente Senato, Carlo Manna, responsabile Centro Studi Enea, Francesco Ferrante, vicepresidente Kyoto Club, e Beppe Gamba, presidente AzzeroCO2.

Secondo lo studio, «intervenendo con politiche e incentivi per migliorare l’efficienza energetica in alcuni settori strategici, quali edifici, impianti termici per riscaldamento, raffrescamento, produzione di acqua calda sanitaria, azionamenti elettrici, autoveicoli e bike sharing, è possibile raggiungere una riduzione dei consumi energetici di circa 9Mtep e, soprattutto, delle emissioni di CO2 di 28Mt entro il 2020». Tutto ciò, rileva lo studio, «attraverso interventi che, oltretutto, si ripagano da soli perchè sulla base della spesa ipotizzabile, dei tempi di vita utile degli interventi e del mancato costo di acquisto dell’energia, il saldo dell’operazione risulta positivo, con un attivo di 16 miliardi di euro». «Per quanto riguarda invece gli obiettivi che l’Italia deve raggiungere al 2020 in termini di emissioni di CO2, con la crisi economica -prosegue lo studio- si può stimare che già a partire da quest’anno si è toccata la quota obiettivo fissata dall’Unione Europea».

«Per il nostro Paese -afferma lo studio – diventa quindi strategico evitare che risalga la curva delle emissioni una volta usciti dalla crisi, mentre ancora più interessante diventa la possibilità per l’Italia di un passaggio degli obiettivi europei al 2020 a -30%». «Infatti, -prosegue lo studio- il contributo degli interventi previsti in questo studio, che pure rappresenta solo una parte di quelli possibili, è pari al 68% della riduzione che sarebbe richiesta per passare da -20 a -30%». «Inoltre, -aggiunge ancora- gli interventi ipotizzati rendono più facile raggiungere gli obiettivi di sviluppo delle rinnovabili previsti per l’Italia al 2020, proprio perchè il 17% di contributo delle energie pulite si calcola rispetto ai consumi finali, che a quel punto sarebbero inferiori». Dagli interventi degli imprenditori presenti al convegno romano è emerso inoltre il dato positivo secondo il quale «proprio le aziende italiane sono in grado di intervenire in tutti i settori dove è più importante agire e in cui sono possibili i risultati maggiori, con significative opportunità di sviluppo sia in Italia che all’estero» a partire dalla riqualificazione del patrimonio edilizio «pari a 2 milioni di interventi sulle strutture edilizie opache e oltre 600.000 interventi sulle strutture edilizie trasparenti». Interventi si possono realizzare anche «sugli impianti di riscaldamento e raffrescamento degli ambienti, nella produzione di acqua calda sanitaria, con la sostituzione di 3,5 milioni di caldaie, 1 milione di condizionatori, 5 milioni di boiler elettrici, e nell’illuminazione pubblica, con la sostituzione 4,5 milioni di lampade al mercurio, nella sostituzione di 3,5 milioni di autoveicoli e nello sviluppo del bike sharing, e nella sostituzione degli azionamenti elettrici con 1,5 milioni di interventi».

«La ricerca dimostra – oserva Legambiente- come per l’Italia sia a portata di mano il raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Ue al 2020 e che, alzare il target da -20 a -30%, come proposto dalla Commissione, sia per il nostro Paese un obiettivo fattibile e, soprattutto, decisamente vantaggioso per le imprese e i cittadini». Insomma, sottolineano gli ambientalisti, «invece di mettersi di traverso, per una volta l’Italia può fare la ‘prima della classè e schierarsi a favore di un maggiore impegno ambientale e climatico da parte dell’Ue, che può risultare decisivo per giungere a un accordo nella Conferenza sul Clima in corso a Cancun». «L’efficienza energetica è una prospettiva di intervento con margini positivi ampissimi» commenta Beppe Gamba, Presidente di AzzeroCO2. «E questo studio -aggiunge- dimostra anche come sia possibile ridurre l’impatto delle attività sul Clima creando vantaggi per le imprese e poi per gli utenti finali, perchè si riducono le bollette e le importazioni di fonti fossili dall’estero». «Ai risultati di questa ricerca dovrebbe guardare con attenzione il Governo italiano -sottolinea Edoardo Zanchini, responsabile energia di Legambiente – perchè dimostrano come sia nell’interesse del Paese ridurre consumi energetici e emissioni di CO2 attraverso precise politiche di efficienza energetica». «Dopo Confindustria -dice Gianni Silvestrini, direttore scientifico Kyoto Club- anche questa ricerca mette in evidenza i vantaggi di una seria politica per l’efficienza. Le aperture della Cina a Cancun impongono un innalzamento dell’obiettivo europeo di riduzione delle emissioni al 30% nel 2020, come richiesto anche dal Parlamento europeo nelle scorse settimane».