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Legambiente: a Cancun intese in chiaroscuro

11 dicembre 2010 0 commenti

cancun messePer Legambiente è un’intesa in chiaroscuro, con punti incoraggianti ma anche lacune da colmare, quella raggiunta a Cancun nel corso del vertice dell’Onu sui cambiamenti climatici. In un’analisi dettagliata dei punti principali dell’accordo del Cop16, l’associazione ambientalista sottolinea che «la conferenza di Cancun rilancia il processo verso l’accordo globale sul clima del prossimo anno a Durban e dimostra finalmente l’impegno e la volontà di tutta la comunità internazionale di rendere la lotta ai cambiamenti climatici una priorità della propria agenda politica».

«Un risultato affatto scontato all’inizio del vertice» sottolinea Legambiente che però avverte: «Ora bisognerà definire i passi successivi per arrivare alla Cop17 pronti per definire gli impegni dei singoli Paesi e dare risposte positive alle questioni ancora aperte». Commentando in dettaglio la conclusione della Cop 16 e analizzando i punti principali dell’accordo di Cancun, Legambiente afferma che «tra gli elementi incoraggianti e positivi c’è sicuramente la costituzione di un fondo verde per il clima a sostegno dei Paesi in via di sviluppo per gli interventi di riduzione delle emissioni e adattamento ai mutamenti climatici in corso». «A tal fine si riconosce -prosegue l’associazione ambientalista- la necessità di risarcire i danni e le perdite, causate dai cambiamenti climatici nei paesi poveri e si introduce un registro delle azioni per l’adattamento ai mutamenti climatici con le risorse finanziarie necessarie ad attuarli».

L’altro aspetto importante dell’accordo per Legambiente «è il riconoscimento che gli attuali impegni di riduzione non sono sufficientemente ambiziosi. Si riconosce, infatti, la necessità di colmare questo gap per stare almeno nella traiettoria dei 20, ma si richiede anche maggiore trasparenza nel monitorare i progressi e le performance dei singoli paesi». «Purtroppo -aggiunge- vi sono anche diverse lacune da colmare in vista di Durban».

Tra i punti lasciati da Cancun ancora in ombra, Legambiente rileva che «la conferenza non ha definito e chiarito nè la forma giuridica, nè un calendario per arrivare al prossimo accordo globale di Durban». «Ci sono poi -sottolinea l’associazione ambientalista- delle carenze nella parte relativa al secondo periodo di impegni del protocollo di Kyoto, in particolare sull’utilizzo del surplus di emissioni, accumulatosi in questi anni nei paesi dell’Europa centrale ed orientale, in particolare Russia, e il calcolo di riduzione delle emissioni nel settore forestale, soprattutto nei Paesi scandinavi». «In conclusione abbiamo apprezzato -dice Legambiente- il ruolo positivo svolto dall’Unione europea qui a Cancun. Una leadership che nei prossimi mesi dovrà tradursi in azioni concrete, a partire dall’aumento al 30% degli impegni di riduzione per il 2020, come già richiesto da Germania, Francia, Regno Unito e Spagna».

«Proprio per questo è importante che l’Italia si a aggreghi e sostenga questi Paesi. Solo l’impegno di riduzione del 30% da parte dell’Unione europea -conclude l’associazione ambientalista- potrà spingere, infatti, anche gli altri paesi industrializzati a fare altrettanto e garantire così che Durban sia un successo».