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Parco nazionale (per ora) dello Stelvio, le associazioni si mobilitano

14 dicembre 2010 0 commenti

«Siamo estremamente preoccupati per le sorti di una delle nostre più antiche e celebrate Aree Protette, posta al confine tra Trentino Alto Adige e Lombardia, e comunicante con il Parco Nazionale Svizzero dell’Engadina».

imagesÈ l’inizio della lettera che le associazioni ambientaliste hanno inviato al ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo. I firmatari sono Umberto Martini, presidente generale Club Alpino Italiano; Oscar Del Barba, presidente Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi, Cipra Italia; Giampiero Sammuri, presidente Nazionale Federparchi; Giuliano Tallone, presidente Nazionale Lega Italiana Protezione Uccelli, Lipu; Vittorio Cogliati Dezza, presidente Nazionale Legambiente; Luigi Casanova, portavoce Mountain Wilderness Italia; Stefano Leoni, presidente nazionale Wwf Italia.

«Dal 1935 -scrivono le associazioni- questo territorio è tutelato dal Parco Nazionale dello Stelvio, il più grande dei nostri parchi storici, e la configurazione unitaria è sopravvissuta a una guerra mondiale e al riconoscimento delle Autonomie Speciali per le province di Trento e Bolzano, fino a ricevere uno statuto concordato, nel 1992, grazie alla costituzione di un consorzio di gestione tra il ministero dell’Ambiente, le Province di Trento e Bolzano, la Regione Lombardia».

«A 75 anni di distanza -scrivono le associazioni ambientalisteil Parco custodisce un patrimonio naturalistico e culturale di primaria importanza. Indubbiamente gli ultimi decenni sono stati particolarmente difficili per la vita del parco, a causa di decisioni delle regioni e delle province autonome non sempre consapevoli dell’importanza strategica dell’area, del forte ritardo con cui si sta provvedendo all’adozione del Piano del Parco, dei gravi e mai risolti problemi rispetto alla gestione dell’ex-Asfd». «Più volte le nostre associazioni hanno fatto presenti e denunciato questi problemi, rivolgendosi alle sedi ministeriali e anche alle istituzioni della Comunità Europea: siamo perfettamente consapevoli -aggiugono i firmatari della missiva- del fatto che troppo spesso la gestione consortile del Parco non è risultata risolutiva dei problemi e delle inefficienze che sono andate accumulandosi, e siamo disposti a discutere di soluzioni più efficaci nell’interesse dell’Ente e delle comunità che lo popolano». «Ma riteniamo irricevibile l’accordo siglato nei giorni scorsi dal ‘Comitato dei 12′ -si prosegue nell’appello- la Commissione Paritetica tra Stato e Province Autonome di Trento e Bolzano, le quali, senza alcun preavviso, senza coinvolgere nè le assemblee elettive nè le parti sociali e, cosa che ci pare gravissima sotto il profilo istituzionale, senza coinvolgere formalmente nella decisione nemmeno la Regione Lombardia, entro il cui territorio ricade circa metà della superficie dell’area protetta, hanno stabilito l’abolizione del consorzio Parco Nazionale dello Stelvio».

Il progetto prevede la sua sostituzione, secondo coloro che hanno scritto la lettera, con un organismo «avente mere funzioni di indirizzo e che, di certo, non potrà nè garantire circa l’appropriatezza dell’attributo di ‘Parco Nazionalè, nè assicurare la adeguata rappresentanza di enti locali e portatori di interesse, come correttamente previsto dalla legge quadro 394/91». «Riteniamo -scrivono le associazioni- che questo accordo leda fortemente gli interessi della conservazione della natura nel nostro Paese, senza risolvere alcuno dei problemi con il quale il Parco si dibatte da anni, e senza prefigurare -nemmeno in lontana prospettiva – una governance unitaria, efficiente ed efficace.

L’accordo si configura come un salto nel buio, che segnerebbe l’avvio di un inesorabile declino per quest’area protetta, ponendosi in aperta contraddizione con qualsiasi strategia per la tutela della biodiversità nel nostro Paese». L’approvazione dell’accordo da parte del Consiglio dei ministri risulterebbe, secondo gli ambientalisti, «un atto di inaudita gravità e prevaricazione di principi sanciti da leggi e da norme anche di rango costituzionale». Per questo si appellano al ministro, «affinchè un auspicabile processo di riforma dell’Ente, se condiviso dagli attori istituzionali che compongono il Consorzio Parco, si sviluppi su binari corretti, evitando forzature e gravi violazioni delle competenze e delle attribuzioni del ministero, nonchè delle Regioni e Province Autonome, avendo come obiettivo il mantenimento del Parco Nazionale nella sua configurazione unitaria, attraverso un ente solido, autorevole ed efficace nella propria azione gestionale».