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Sardegna: autunno 2010 più piovoso e più caldo delle medie

5 gennaio 2011 0 commenti

arpasL’autunno 2010 è stato il più piovoso dal 1964, nonostante nel periodo tra ottobre 2009 e settembre 2010 le precipitazioni siano state scarse. Si conferma, invece, il trend crescente delle temperature, che negli ultimi vent’anni sono aumentate di circa 1,3 gradi rispetto alla media. È quanto emerge dall’analisi climatologica della Sardegna illustrata oggi nella sede regionale dell’Arpas, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, a Sassari dal meteorologo Alessandro Delitala e dall’agrometeorologo Michele Fiori, assieme al direttore del dipartimento idrometeoclimatico dell’ex Sar, Gavina Soggia. La scarsità delle piogge tra il 2009 e il 2010, in particolare nel trimestre autunnale, ha causato una limitata disponibilità idrica in particolare nel Nuorese e nel Campidano, con problemi per le colture.

A gennaio e nel periodo tra maggio e giugno, invece, l’impatto delle piogge ha causato danni alle piante per la saturazione dei suoli, ostacolo alle operazioni di campo, come la semina e la raccolta, e pericolo di attacchi crittogamici. Negli ultimi sette anni la tendenza mostra una ripresa delle piogge dopo la lunga siccità degli anni ’90. Nell’ultimo trimestre 2010, invece, le precipitazioni sono state pari al 135% della media climatologica, già piuttosto elevata nel periodo solitamente più piovoso dell’anno. Per quanto riguarda le temperature, invece, nel 2010 il numero delle giornate calde, cioè con temperature sopra i 30 gradi, è stato superiore al valore medio del 60% circa. Il dato, hanno riferito i tecnici dell’Arpas, è comunque in linea col trend del riscaldamento globale. Analizzando le temperature dell’ultimo trimestre del 2010, invece, il clima è diventato decisamente rigido, in particolare nella seconda decade di dicembre, con punte di -11,5 gradi a Gavoi. Nella notte tra il 15 e il 16 dicembre, quasi tutta la Sardegna è andata sotto zero. Sul fronte delle colture, l’abbassamento delle temperature seguito a un periodo sostanzialmente mite ha causato gelate estese che hanno aggravato la condizione delle coltivazioni già critica per le abbondanti piogge.