Diossina: in Germania riaprono 3 mila allevamenti
Circa 3.000 allevamenti tedeschi di pollame, costretti a chiudere a seguito dello scandalo della diossina, possono nuovamente riprendere le loro attività: lo ha dichiarato il ministero dell’Agricoltura della Bassa Sassonia, il Land più colpito dalla contaminazione.”Restano ancora circa 1.470 allevamenti in cui le consegne sono sospese su 4.400″. In collaborazione con i responsabili agricoli, “sono stati raccolti tutti i dati disponibili per fare una analisi approfondita e identificare così gli allevamenti di cui si può essere certi che i prodotti non presentano rischi per il consumatore”.
Il ministro dell’agricoltura tedesco ha però promesso dure azioni legali contro i responsabili della contaminazione di mangime per polli con grassi corretti con diossina, e ha suggerito la chiusura delle fattorie e limitazioni alle esportazioni dei prodotti tedeschi. Il ministro dell’Agricoltura tedesco, Ilse Aigner, incontrera’ domani a Berlino i rappresentanti delle associazioni dei produttori di mangimi, degli agricoltori e delle organizzazioni per la protezione dei consumatori per fare il punto sullo scandalo delle uova alla diossina che sta scuotendo la Germania. Sempre per domani, secondo quanto riferisce l’agenzia stampa tedesca Dpa, e’ previsto un incontro a Bruxelles su questo tema tra i produttori di mangimi europei e la Commissione Ue.
Nel pieno dello scandalo, venerdì, più di 4.700 aziende agricole su 375.000 nel Paese erano state chiuse per precauzione in otto dei 16 Land della Germania. La schiacciante maggioranza delle aziende interessate si trova in Bassa Sassonia dove la società Harles und Jentzsch ha consegnato a novembre e dicembre dei grassi contaminati destinati alla produzione di mangimi per animali all’origine dello scandalo.
IN ITALIA PARTONIO I PRIMI CONTROLLI SULL’IMPORT A RISCHIO
Sono stati attivati in Italia i primi controlli sulla catena alimentare in relazione alla contaminazione di diossina nei mangimi avvenuta in Germania. Il ministero della Salute ha affidato agli uffici periferici per gli adempimenti degli obblighi comunitari (Uvac) il compito di effettuare i primi accertamenti sull’import di alimenti. Gli Uvac raggruppano 17 uffici periferici del ministero e hanno il compito di vigilare sul destino delle merci di provenienza comunitaria. Quanto ai prossimi appuntamenti in ambito Ue domani si avranno ulteriori informazioni sulla riunione degli esperti della commissione sulla sicurezza della catena alimentare che si terra’ a Bruxelles martedi’ e mercoledi’. Nella riunione dovrebbero essere illustrate le azioni adottate dalla Germania per far fronte al rischio diossina. Gli ulteriori controlli in Italia dovrebbero partire, come ha spiegato il ministro della salute Ferruccio Fazio, da giovedi’ tramite i carabinieri del Nas e le Regioni dopo un vertice al ministero.
ASSOCIAZIONE DEI CONSUMATORI TEDESCA: LO SCANDALO E’ SOLO LA PUNTA DI UN ICEBERG
Lo scandalo delle uova alla diossina che da giorni scuote la Germania e’ ”solo la punta dell’iceberg” di un problema molto piu’ diffuso: ne e’ convinto Thilo Bode, il direttore dell’associazione non governativa Foodwatch, che si batte per i diritti dei consumatori nel settore alimentare. ”Questa e’ solo la punta dell’iceberg”, ha detto Bode nel corso di un’intervista all’agenzia stampa tedesca Dpa. ”Circa l’80% di tutta l’esposizione della popolazione alla diossina, che secondo l’Organizzazione mondiale della sanita’ si colloca sui limiti superiori dei livelli ancora accettabili, avviene attraverso i mangimi”. Bode ha ammesso che il problema e’ di difficile soluzione, ma ha puntato il dito contro il governo che – ha sottolineato – non fa abbastanza per proteggere i consumatori poiche’ ha piu’ a cuore le sorti dei produttori di mangimi. ”Il go verno federale segue una strategia esplicita per le esportazioni di prodotti a base di carne”, ha sostenuto il direttore di Foodwatch. Per questo, ha proseguito, il governo ”non ha alcun interesse” ad appesantire i produttori di mangimi con autocontrolli vincolanti piu’ rigidi