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Wikileaks: per il console Usa a Napoli il Ponte sullo Stretto rischia di essere un favore alla mafia

13 gennaio 2011 0 commenti

Una simulazione grafica del Ponte sullo Stretto di Messina

Una simulazione grafica del Ponte sullo Stretto di Messina

Stavolta dirlo non sono gli ecologisti, ma diplomatici Usa. E l’analisi è impietosa. Il ponte sullo Stretto di Messina “servirà a poco senza che vi siano massicci investimenti in strade e ferrovie” e potrebbe recare vantaggio soprattutto alla mafia che ne sarebbe “tra i principali beneficiari”. E’ quanto scriveva il console generale Usa a Napoli, J. Patrick Truhn, in alcuni documenti confidenziali, inviati a Washington tra il 2008 e il 2009, e pubblicati da Wikileaks in data 7 gennaio 2011 nella sezione dei documenti confidenziali.

Il paragrafo sul ponte si intitola, ironicamente, “The Bridge to More Organized Crime”, “il ponte verso un crimine più organizzato”. Dura è la posizione del diplomatico Usa riguardo ai politici italiani che, a suo dire, “fanno poco” per combattere il crimine organizzato e non seguono l’esempio di gente come lo scrittore Roberto Saviano. “Quelli che lottano contro la mafia”, commenta Truhn, “hanno bisogno di essere considerati come dei modelli reali. E Saviano può ben essere su questa strada”. Secondo quanto scrive il diplomatico statunitense nel giugno del 2008, se “le forze dell’ordine, le associazioni imprenditoriali, i gruppi di cittadini e la Chiesa, in alcune zone del Paese, stanno dimostrando promettente impegno nella lotta alla criminalità organizzata, lo stesso non si può dire dei politici italiani, in particolare a livello nazionale”. Ma, è l’analisi del console, anche la Chiesa cattolica viene “spesso criticata per non assumere” un forte impegno nella lotta contro il crimine e quei “pochi sacerdoti che lo fanno” finiscono per rischiare la vita e sono costretti a ricorrere alla scorta. Truhn è critico, infine, anche nei confronti del presidente della regione Sicilia, Raffaele Lombardo. Il governatore, afferma il console in un cablogramma del giugno del 2009, “ha poco tempo per i funzionari stranieri e si è rifiutato di “ricevere sia l’ambasciatore Ronald Spogli che il personale diplomatico di Palermo”.