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Acque di scarico: ricorso Ue contro l’Italia per 10 anni di inadempienze

15 gennaio 2011 0 commenti

scaricoL’Italia è stata convocata davanti alla Corte di Giustizia Europea per la violazione della normativa Ue sul trattamento delle acque reflue. Come spiega una nota della Corte di giustizia dell’Unione europea, “il ricorso e’ volto a far dichiarare l’inadempimento dell’Italia rispetto ai suoi obblighi”, ai quali era tenuta “gia’ dal 31 dicembre 2000″.  La direttiva 91/271/Cee, ricorda la Corte del Lussemburgo, sul trattamento delle acque reflue urbane detta una disciplina organica ed unitaria sulla raccolta, il trattamento e lo scarico delle acque reflue, urbane ed industriali, al fine di proteggere l’ambiente dall’inquinamento. Il ricorso ha ad oggetto gli agglomerati con un ‘numero di abitanti equivalente’ (‘a.e.’) superiore a 15mila che non scaricano in zone sensibili. Questi agglomerati devono essere dotati di un sistema di reti fognarie che rispetti determinati requisiti, assoggettate ad un trattamento secondario o ad un trattamento equivalente e soggetti a controlli secondo le prescrizioni della direttiva.

 “La Repubblica italiana _ sottolinea la Corte _ era soggetta a questi obblighi, per gli agglomerati con piu’ di 15.000 abitanti equivamnenti gia’ dal 31 dicembre 2000″. Ma in molti casi ha fatto finta che la norma non ci fosse. La Commissione europea ha effettuato un’analisi su base regionale, agglomerato per agglomerato, e riguarda agglomerati situati in 12 regioni. L’analisi ha constatato che “un gran numero di agglomerati non disponevano (al febbraio 2009) di sistemi di trattamento secondario delle acque reflue urbane che permettesse di trattare, in modo completo ed in ogni momento dell’anno, tutti i reflui prodotti”. Tali agglomerati, pertanto, “non garantiscono un trattamento completo di tutto il carico inquinante generato in condizioni normali e, a maggior ragione, non garantiscono un trattamento sufficiente del carico che tenga conto delle variazioni stagionali”.
 Dall’Ue non sono per ira richieste sanzioni pecuniarie, trattandosi del primo procedimento su questi fatti. Ma in caso di ulteriore inadempienza arriveranno pure quelle.

LEGAMBIENTE: 18 MILIONI DI ABITANTI SENZA DEPURATORI

“E’ imbarazzante che il settimo Paese piu’ industrializzato al mondo abbia una situazione cosi’ disastrosa rispetto al trattamento delle acque reflue. Per il 30% degli italiani, circa 18 milioni di cittadini, non esiste depurazione e la situazione d’inquinamento che Goletta Verde e quella dei Laghi hanno riscontrato anche nel loro ultimo viaggio l’estate scorsa, conferma il quadro della Commissione europea”. Cosi’ Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente commenta la notizia della convocazione dell’Italia davanti alla Corte di Giustizia Europea per la violazione della normativa Ue sul trattamento delle acque reflue.
 ”E’ una situazione che va avanti da troppo tempo – aggiunge Ciafani – rischiamo pesanti multe che l’Europa non ci condonera’. Servono 30 miliardi di euro nei prossimi 30 anni, per completare la
rete di fognatura e depurazione,
una grande opera pubblica assolutamente necessaria anche per evitare di spendere inutilmente i soldi dei contribuenti per imperdonabili sanzioni comunitarie”.  In particolare, secondo una elaborazione Legambiente su dati Rapporto Blue Book 2009 di Anea e Utilitatis in Italia sono 17.860.737 gli abitanti non serviti da depurazione; si attesta all’84,7% la copertura del servizio di fognatura sul territorio nazionale, mentre si ferma al 70,4% la copertura del servizio di depurazione.

Nella classifica regionale dei servizi di depurazione maglia nera va alla Sicilia con appena il 53,9% di copertura, mentre tra le piu’ virtuose risultano Molise (84,5%), Piemonte (82,5%), Veneto (78,7%) ed Emilia Romagna (78,7%).

Come lamentarci se la l’Unione europea ci chiede conto dei nostri ritardi?