Il 97% degli italiani vuole etichette che dicano chiaramente l’origine degli alimenti
Il 97 per cento degli italiani ritiene che dovrebbe essere sempre indicato il luogo di allevamento o coltivazione dei prodotti contenuti negli alimenti. È quanto emerge da una indagine svolta per conto della Coldiretti dalla Swg, e divulgata in occasione della vigilia del via libera definitivo della Camera alla legge sull’etichetta che estende a tutti quei prodotti alimentari che ancora ce l’hanno l’obbligo di segnalare in etichetta l’origine, fissato per martedì 18 gennaio. “Il provvedimento prevede che – sottolinea la Coldiretti – al fine di assicurare ai consumatori una completa e corretta informazione sulle caratteristiche dei prodotti alimentari commercializzati, trasformati, parzialmente trasformati o non trasformati, nonchè al fine di rafforzare la prevenzione e la repressione delle frodi alimentari, è obbligatorio , nei limiti e secondo le procedure di cui al presente articolo, riportare nell’etichettatura di tali prodotti, oltre alle indicazioni di cui all’articolo 3 del decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 109, e successive modificazioni, l’indicazione del luogo di origine o di provenienza e, in conformità alla normativa dell’Unione Europea, dell’eventuale utilizzazione di ingredienti in cui vi sia presenza di organismi geneticamente modificati in qualunque fase della catena alimentare, dal luogo di produzione iniziale fino al consumo finale”.
Per la Coldiretti “è una norma che consente di accelerare un percorso da noi fortemente sostenuto e che è riuscito a ottenere l’obbligo di indicare la provenienza per carne bovina, ortofrutta fresca, uova, miele latte fresco, pollo, passata di pomodoro, extravergine di oliva”, ma non per molti altri prodiotti. L’etichetta resta infatti ancora anonima per circa la metà della spesa da dalla pasta ai succhi di frutta, dal latte a lunga conservazione ai formaggi, dalla carne di maiali ai salumi. Prodotti messi a rischio dall’estendersi dell’emergenza diossina scoppiata in Germania che ha evidenziato – sostiene la Coldiretti – l’importanza del provvedimento che l’Italia si appresta ad
approvare. Le giuste preoccupazioni dei consumatori hanno avuto un effetto non positivo sugli acquisti anche dei prodotti italiani per i quali non è previsto non è previsto l’obbligo di etichettatura provocando un grave danno per gli allevatori di suini italiani che, già in crisi, vengono ora colpiti incolpevolmente dalla mancanza di regole per la trasparenza dell’ informazione che non consente di distinguere il prodotto nazionale da quello importato. Un ritardo che – auspica la Coldiretti – verrà presto colmato con l’approvazione definitiva prevista per il 18 gennaio del disegno di legge in materia di etichettatura alimentare, in sede legislativa alla Commissione Agricoltura della Camera, che è una risposta concreta del nostro Paese ad una emergenza che sta raggiungendo dimensioni inquietanti.
«Oggi più che mai la nostra legge nazionale rappresenterebbe un punto a favore della civiltà e della democrazia, ma anche un chiaro monito alla Ue: quando forze sociali, consumatori e cittadini fanno squadra è possibile sconfiggere le lobby e far vincere la gente, quando è in gioco la salute e la sicurezza di ciò che mangiamo si deve agire subito e non darsi tre anni per pensarci su, come vuole fare l’Europa», ha affermato il presidente della Coldiretti, Sergio Marini nel sottolineare che «questa nuova emergenza cozza clamorosamente con la inerzia comunitaria, riaffermata ancora pochi giorni fa quando, nonostante il parere favorevole del Parlamento Europeo espressione dei cittadini, il Consiglio Europeo dei Ministri della salute (con la sola eccezione dell’Italia e pochi altri paesi) ha espresso contrarietà all’etichetta obbligatoria europea con l’origine degli alimenti.