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Ricercatori giapponesi riprovano a clonare un mammut

17 gennaio 2011 0 commenti
Un piccolo di mammut ritrovato in Siberia nel 2008

Un piccolo di mammut ritrovato in Siberia nel 2008

Far rinascere un mammut, attraverso tecniche di clonazione, a partire da cellule di elefante private del nucleo, nelle quali inserire il Dna degli animali preistorici. È il progetto di un’equipe di ricercatori dell’università di Kyoto che punta a ricreare la specie estinta e, forse, comprenderne meglio le ragioni della scomparsa. Gli scienziati lavoreranno sui tessuti di mammut ritrovati congelati e conservati in Russia.

 Non è la prima volta che si sperimenta la clonazione di questi animali da quando, nel 1977, fu scoperto un giovane esemplare congelato, chiamato Dima. Ora però gli scienziati hanno a disposizione strumenti più sofisticati e possono studiare i tentativi precedenti. Ma soprattutto possono contare sugli studi dello scienziato giapponese Teruhiko Wakayama, del Centro Riken di Biologia dello sviluppo di Yokohama che è riuscito a creare cloni di topi morti e congelati dopo 16 anni di conservazione. Con questa tecnica, spiegano i ricercatori, si può estrarre il nucleo delle cellule congelate senza rovinarlo.

Basandosi su questi risultati  il team del professor Iritani  _ che dal 2004 tentato di clonare mammut _ ha sviluppato un metodo per estrarre il nucleo da un ovulo senza danneggiarlo.

 Adesso Iritani è passato all’università di Kyoto e vuole ritentare l’operazione. «Tutto è pronto per cominciare», assicura Iritani. Si tenterà di creare embrioni con il materiale genetico di questi grossi mammiferi estinti per poi impiantarli nell’utero di un’elefantessa che, si spera, possa dare alla luce un piccolo mammut. Gli studiosi giapponesi stanno lavorando insieme a uno specialista russo di mammut e a due esperti americani di elefanti e sperano di arrivare al risultato finale entro 5 o 6 anni.