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Energia eolica, nel 2010 è rallentato lo sviluppo del settore. La preoccupazione di Greenpeace

20 gennaio 2011 0 commenti

EOLICORallenta nel 2010 lo sviluppo del settore dell’energia eolica in Italia. Lo scorso anno è stata installata nuova potenza eolica pari a 950 Megawatt, per quasi due miliardi di euro di investimenti. Con un calo della nuova potenza installata del 25% rispetto al 2009. Le cause di questo rallentamento, si spiega da Aper, l’associazione dei produttori di energia da fonti rinnovabili, “sono certamente ascrivibili alle alterne vicende che hanno caratterizzato lo sviluppo dell’eolico nel 2010: la crescente difficoltà nel finanziamento di nuovi progetti e la confusione normativa hanno senza dubbio giocato un ruolo fondamentale”.

Inoltre, gli effetti della crisi economica internazionale, “combinati alle numerose incertezze in materia di certificati verdi hanno provocato una crescente difficoltà nell’accesso al credito -si sottolinea dall’associazione- creando un clima di sfiducia negli istituti bancari sempre meno propensi a finanziare progetti in Italia e sempre più interessati ad altri Paesi Europei con economie più stabili”. La potenza eolica complessiva oggi installata in Italia è di 5.797 Megawatt. Per raggiungere l’obiettivo di 12.680 Mw previsto dal Piano d’Azione Nazionale al 2020, si spiega da Aper, “è necessario che il governo e le altre istituzioni sia centrali che locali infondano maggior certezza e coerenza al settore”. Al momento, si sottolinea, “l’Italia è l’unico dei grandi Paesi a non apparire in grado di conseguire gli obiettivi assunti in sede Europea”.

Greenpeace ha espresso  il suo rammarico per i dati sullo sviluppo dell’eolico nella nostra penisola. In particolare, gli ambientalisti ritengono “preoccupanti” i dati relativi alla diminuzione del numero dei nuovi impianti eolici realizzati in Italia nel 2010 e presentati oggi da Anev, l’Associazione nazionale dell’energia del vento. “La riduzione della potenza annua installata rispetto al 2009 e’ un segnale preoccupante- avverte Domenico Belli, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace- segno che gli attacchi concentrici contro la tecnologia eolica iniziano a produrre i loro effetti negativi”. Nel corso del’ultimo anno “abbiamo assistito a una assurda campagna nazionale volta a screditare l’energia eolica definita, in una escalation senza precedenti, come nemica del paesaggio, foriera di capitali di dubbia provenienza, inutile e dannosa- denuncia Greenpeace- in realta’ l’energia eolica ha generato ricchezza, creato migliaia di nuovi posti di lavoro con una prospettiva di raggiungerne oltre 67.000 al 2020, aumentato la sicurezza energetica del nostro Paese, riducendo la bolletta e l’inquinamento atmosferico”.

Le ultime scelte del governo con la proposta di decreto di attuazione della direttiva rinnovabili “rischiano di assestare un colpo definitivo all’energia eolica- avverte Greenpeace- questi continui cambiamenti della normativa e degli incentivi scoraggiano nuovi investimenti, inducendo imprese e banche a fermare nuove iniziative imprenditoriali”. In questo modo, “l’Italia non riuscira’ mai a raggiungere i suoi obiettivi in materia di riduzione delle emissioni. Quando si apprende che in Spagna l’energia eolica ha coperto nel 2010 ben il 16% dei consumi elettrici- conclude Belli- si capisce quanto questo tipo di tecnologia spaventi le grandi industrie dell’energia fossile e la lobby nucleare con tanti amici nel nostro governo”.