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Eliminare completamente le fonti fossili? Possibile in vent’anni. Volendo

21 gennaio 2011 0 commenti

energia-eolica-280x231Possono le energie rinnovabili nell’arco di un paio di decenni sostituire completamente le  fonti fossili? Una prospettiva simile non è presa in considerazione da nessun governo, neppure da quelli che puntano con maggiore decisione sullo sfruttamento delle fonti rinnovabili. Le strategie adottate sono pressoché simili in tutto il mondo, e consistono nell’accrescere il peso delle tecnologie rinnovabili in un quadro di diversificazione energetica e nella consapevolezza che il ruolo delle fonti fossili, per quanto in declino, rimarrà centrale ancora per molto tempo nell’approvvigionamento energetico. Eppure ch’è chi dice che, volendo, si potrebbe.

Uno studio (condotto da ricercatori americani della University California Davis e della Stanford University, pubblicato sulla rivista “Energy Police”) rovescia questa prospettiva e tende a dimostrare che, in via teorica, già entro il 2030 l’intero fabbisogno energetico mondiale potrebbe essere assicurato dalle fonti rinnovabili, e in particolare da eolico e solare, fornendo in tal modo una risposta decisiva in tempo utile alla necessità di stabilizzare le emissioni dannose per il clima.

Secondo lo studio per assicurare alla popolazione mondiale una fornitura energetica ricavata unicamente dalle rinnovabili occorrerebbe installare 4 milioni di turbine eoliche di grande taglia (5 MW ciascuna), 90.000 impianti solari anch’essi di grande taglia (almeno 300 MW ciascuno) e 1,7 miliardi di impianti fotovoltaici da 3 kW sui tetti delle case (praticamente un tetto fotovoltaico ogni quattro persone). Lo studio volutamente ignora la biomassa (la fonte rinnovabile che oggi detiene la maggior quota nel mix energetico mondiale) e il nucleare, giudicati per motivi diversi troppo problematici.
Uno spazio significativo è invece riservato all’idroelettrico (che dovrebbe coprire il 4% della domanda globale, con modesta espansine rispetto all’installato attuale per esigenze ambientali e di impatto sociale) al geotermico e all’energia delle onde e delle maree (che insieme dovrebbero soddisfare il 6% della domanda). Inoltre si dovrebbe puntare sull’efficienza, cosa peraltro che – secondo lo studio – sarebbe naturalmente agevolata dalla conversione di tutti gli impianti termici e dei motori a combustione nei molto più efficienti motori elettrici. Lo studio analizza anche i collaterali e rilevanti problemi legati all’uso dei materiali e allo stoccaggio dell’energia elettrica. Proponendo soluzioni che ai relatori appaiono comunque realizzabili nel giro di vent’anni.