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Rifiuti nucleari: deposito in Basilicata o in Emilia? Indizi da una vecchia intercettazione

21 gennaio 2011 0 commenti

radiation_warning_symbol_trifolium_blackLo scoop è dell’Unità. In alcune intercettazioni del 2008, effettuate dalla procura di Potenza,  un dirigente Sogin _ la società che gestisce i rifiuti nucleari italiani _ fa il nome di una località della Basiliata, Craco, come possibile sede del deposito dei rifiuti nucleari di media attività (i siti possibili sarebbero sei: due in Basilicata, uno nel Lazio, tre in Puglia). E nelle telefonate si dice anche che per il deposito per i materiali ad alta attivitàla scelta è ristretta a una “rosa” di nove (tre in Basilicata, uno in Campania, uno in Emilia Romagna, uno nel Lazio, uno in Puglia, uno in Sardegna e uno in Toscana) e che la prescelta potrebbe essere in Emilia Romagna.  Vero?  Falso? Superato dagli eventi?

Da parte sua Sogin non commenta.

E allora vediamo le intercettazioni. Da una parte dell`apparecchio c`è Silvio Cao. Cao è stato in Consiglio di amministrazione di Sogin ed è molto amico del generale. Sono le 8.44 del mattino. Cao alza il telefono nell`ufficio del generale e compone il numero dì un cellulare. Scrivono i Carabinieri in ascolto: «Il Cao chiama utilizzando la linea del generale Jean tale Giancarlo e chiede se ricorda i nomi che erano stati individuati da loro per le seconde categorie. Il Cao fa riferimento al fatto che uno era Craco e poi chiede quali altri siti erano stati individuati. Il Giancarlo riferisce che al momento non ricordava i nomi e che avrebbe controllato e fatto sapere». Chi sia all’altro capo del filo non è dato sapere, linformativa dei Carabinieri non lo specifica, ma secondo l’Unità potrebbe trattarsi di  Giancarlo Ventura. (“Ventura faceva parte della prima task force Enea incaricata, siamo nel 2003, di individuare il sito nazionale di deposito dei materiali radioattivi. Era, insomma, il responsabile della geografia del sito incaricato di trovare la posizione geografica del deposito”).

I due stanno parlado della lista dei siti di superficie.  Passano venti minuti dalla prima telefonata e Cao richiama. «Il Cao» si legge nel brogliaccio dei Carabinieri «richiama il Giancarlo e lui dice che sta aprendo un file e gli detta i nomi di questi siti che in totale sono sei: due in Basilicata, uno nel Lazio, tre in Puglia, per quelli di tipo superficiale. Poi cade la conversazione».

Trenta secondi dopo l`interruzione, Cao richiama per la terza volta «Giancarlo». Scrivono i Carabinieri: «(…) Dopo aver ribadito che i superficiali erano i sei prima individuati, il Giancarlo dice che i subsuperficiali erano nove. Ed erano tre in Basilicata, uno in Campania, uno in Emilia Romagna, uno nel Lazio, uno in Puglia, uno in Sardegna e uno in Toscana».  La telefonata prosegue: «Poi (CAO)chiedeva i nomi dei primi classificati delle due categorie e il Giancarlo dice che sicuramente avevano messo Craco e quello dell`Emilia Romagna». Forse sarebbe il caso di saperne qualcosa di più…