Caccia nelle aree umide, allarme Lipu: in Sicilia si spara in aree protette
“Il 90% di uccelli in meno, morette tabaccate ridotte da 100 a quattro esemplari, fenicotteri in fuga: ce n’erano 600, ora solo 35”. Questa e’ “la grave situazione che si e’ creata per sole quattro giornate consentite di caccia nei Pantani della Sicilia sud-orientale (Ragusa/Siracusa), l’ultima delle quali si e’ svolta il 19 gennaio”. Lo denuncia la Lipu-BirdLife Italia, che chiede “l’avvio urgente di un iter per l’istituzione della Riserva naturale”, dato la natura di Sito di interesse comunitario (Sic) dell’area.
L’associazione animalista denuncia che “nonostante il parere contrario dell’Ispra (Istituto superiore di protezione e ricerca ambientale), che sottolineava l’incompatibilita’ della caccia in quest’area con la conservazione delle specie”, la caccia e’ stata riaperta dopo il 6 gennaio dall’assessore alle Risorse agricole. Un decreto, sottolinea la Lipu, che “permetteva l’accesso a ‘soli’ 600 cacciatori residenti a Pachino, Noto, Ispica, Portopalo (Siracusa)”. Si tratta di un numero di doppiette che “si riteneva non potesse avere un impatto negativo sull’ambiente, e che invece, come prevedibile, ha causato una vera e propria emergenza ambientale”: i cacciatori, denunciano gli animalisti, “hanno sparato a specie protette come il fenicottero, cormorani, svassi maggiori”, e nel fare questo “hanno usato i vietatissimi pallini di piombo”.
Critico Fulvio Mamone Capria, vicepresidente della Lipu: “Crediamo che il tempo delle logiche clientelari a danno dell’ambiente e degli interessi della comunita’ sia finito”. Per questo, aggiunge Mamone Capria, “si passi dalle solite promesse di circostanza ai fatti e si avvii al piu’ presto l’iter per la Riserva che da 20 anni attende di essere istituita”.