Finta la stagione di caccia. Dagli animalisti una pioggia di critiche
La stagione venatoria 2010-2011 è finita e le associazioni ambientaliste tirano un sospiro di sollievo. Ma il bilancio della stagione è fortemente negativo. Alcune associazioni come la Lav (Lega antivivisezione) ricordano che ”la strage non finisce mai”, altre come Lipu e Enpa (Ente nazionale protezione animali) parlano degli errori commessi dalle regioni, dei ricorsi al Tar su disciplinari i calendari venatori, e delle ”sofferenze” per gli animali. E da tutte viene poi evidenziato come ”la maggioranza degli italiani siano contrari alla caccia”, riportando anche i recenti dati forniti dall’Eurispes.
LIPU: FINITA LA STAGIONE DELL’ILLEGALITA’
“I casi Calabria, Lazio e Puglia sono situazioni gravissime, abbastanza simili a quelle di molte altre regioni italiane- dichiara il vicepresidente Lipu Fulvio Mamone Capria– che fanno scempio non solo della natura ma anche e soprattutto del diritto e chiamano ad una riflessione seria sugli strumenti da attivare, a questo punto, per far fronte ad un quadro di evidente crisi della legittimita’ e della buona amministrazione”. Tutto cio’, peraltro, mentre l’Eurispes rende noto il Rapporto 2011 che “da un lato conferma la straordinaria importanza della tutela degli animali per i cittadini del nostro Paese (l’87%), e dall’altro rilancia lo schiacciante no degli italiani alla caccia: l’80,5% non la ama e il 56,6% la condanna completamente. E’ tempo che gli amministratori ne tengano conto”.
“Doveva essere l’anno della biodiversita’ e la stagione delle tutele per gli uccelli migratori e tutte le specie che non godono di buona salute. E invece e’ stato uno scempio di natura e diritto” denuncia la Lipu-BirdLife Italia. “Gia’ a settembre scorso- sottolinea la Lipu- la stagione venatoria, in molte regioni italiane, si era aperta all’insegna dell’illegalita'”. L’Italia, sotto procedura di infrazione europea “a causa della troppa e cattiva caccia del nostro Paese, ha si’ approvato nuove norme che prevedono maggiori tutele per gli uccelli selvatici, tra cui il divieto di caccia nei periodi di migrazione degli uccelli, ma le regioni non hanno dato applicazione a tali norme, aprendo uno scenario di clamorosa illegittimita’ e illegalita'”. Per questo, la Lipu e’ intervenuta con vari ricorsi ai Tar, ottenendo ordinanze secondo cui le regioni dovevano modificare i propri calendari venatori ed accorciare la stagione a molte specie di uccelli, tra cui la beccaccia, i tordi, le anatre. Si e’ verificata a quel punto “una clamorosa situazione di illegittimita’, con varie regioni che hanno semplicemente finto di adeguarsi per poi, all’ultimo momento, ripristinare i vecchi calendari”.
E’ accaduto “ad esempio in Calabria- denuncia la Lipu- regione che ha inserito la beffarda norma ‘allunga-caccia’ nella legge di bilancio”. E’ accaduto “nel Lazio, che non solo non ha rispettato le indicazioni del Tar di restringere la stagione ma l’ha addirittura allungata, prevedendo persino una deroga di 10 giorni in febbraio”. E’ accaduto “in Puglia, con il calendario modificato indebitamente
all’ultimo momento, in una regione dove peraltro si era gia’ registrata l’approvazione dell’incredibile norma che permette la caccia nel parco delle Gravine”.
LAV: MA LA STAGIONE NON FINISCE
Dal primo settembre, giorno di apertura, “sono passati cinque mesi in cui gli animali selvatici sono stati fatti oggetto del passatempo sanguinario dei cacciatori“. Tutti i giorni, con esclusione del solo martedi’ e venerdi’, “il nostro ambiente naturale e’ stato testimone di un massacro costato la vita a milioni di animali, nonostante il recente sondaggio Eurispes confermi, una volta di piu’, che la stragrande maggioranza degli italiani e’ contraria alla caccia”. E tutto cio’ a fronte di “un risicato 1% di popolazione rappresentato dai cacciatori, da coloro che negli animali vedono solamente prede da abbattere a qualsiasi costo, a volte anche della vita dei propri compagni di battuta”. Per la Lega anti vivisezione- Lav, “gli animali selvatici sono sempre piu’ ostaggio del piombo dei cacciatori e degli appetiti elettorali dei politici locali”. Questi ultimi, “costantemente alla ricerca del consenso, tentano di ingraziarsi il favore dei cacciatori con concessioni illegittime, irrispettose delle leggi nazionali e delle direttive europee”. In questo quadro, “sono decine gli atti amministrativi in materia di caccia, impugnati davanti ai Tar di tutta Italia dall’ufficio legale della Lav- commenta Massimo Vitturi, responsabile del settore Caccia e fauna selvatica dell’associazione- atti che sono poi stati sospesi a causa dei numerosi profili d’illegittimita’ in essi contenuti.
Ma la chiusura della stagione venatoria “non significa affatto che sia terminata la mattanza-attacca la Lav– caccia di selezione agli ungulati, uccisione di nutrie e volpi nelle tane, abbattimento di colombi, sono preziose opportunita’ di sterminio fornite dalle amministrazioni locali ai cacciatori”. E’ ora che “la politica legiferi- chiede l’associazione animalista- tenendo democraticamente conto dell’interesse della maggioranza dei cittadini, cosi’ come indicata dai numerosi sondaggi in tema di caccia”. L’abolizione dell’art.842 del codice civile, “che consente solamente ai cacciatori di invadere i terreni privati anche senza il benestare dei proprietari, e’ il primo passo verso il ripristino del diritto e la definitiva abolizione della caccia”. Infine, i dati Istat “confermano che il numero dei cacciatori e’ in continua diminuzione- conclude Massimo Vitturi, responsabile del settore Caccia e fauna selvatica Lav- l’unica specie dalla cui estinzione l’ambiente naturale e gli animali trarranno grandissimo giovamento”.