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L’emergenza della valle del Sacco finisce in procura. Finalmente

1 febbraio 2011 0 commenti

saccoLa testimonianza di un pastore che negli anni ha seppellito oltre 800 pecore avvelenate dall’inquinamento e, di conseguenza, un esposto di Legambiente alla Procura della Repubblica sul caso di Colleferro riaccende l’attenzione sulla Valle del Sacco: una terra contaminata, nel Lazio, a cavallo fra le provincie di Roma e di Frosinone.

Nota dal 2005, l’emergenza torna alla ribalta con le parole di un uomo che descrive la strage dei capi di bestiame decimati dai veleni assorbiti nel luogo in cui vivono. Si accende la polemica: i Verdi parlano di emergenza nazionale e attaccano le istituzioni che non hanno mai davvero bonificato il sito, pur avendo sostenuto il contrario.

”Siamo sconcertati, il dramma dell’inquinamento a Colleferro e nella valle del Sacco sembra non avere fine”, commenta il presidente di Legambiente Lazio Lorenzo Parlati, annunciando l’esposto. Il movimento ambientalista impugna cosi’ la denuncia dell’allevatore, Raimondo Fadda, e va avanti. ”La Valle del Sacco e’ un’emergenza nazionale totalmente ignorata sulla quale si vorrebbe stendere una cortina di silenzio”, aggiunge il presidente nazionale e Capogruppo in Regione Lazio dei Verdi, Angelo Bonelli, secondo il quale si tratta di una ”bomba ad orologeria ecologica nella quale le vere vittime sono i cittadini della Valle del Sacco che saranno costretti a vivere sotto monitoraggio costante, poiche’ come risulta dall’indagine epidemiologica condotta dall’Asl RmE, RmG, dall’Asl di Frosinone e dall’Istituto Superiore di Sanita’, sono stati riscontrati alfa/beta/gamma-esacloricloesano, policlorobifenili, diossine e metalli pesanti come cadmio, mercurio e piombo nel sangue dei cittadini e persino dei bambini: si tratta di persone che dovranno essere monitorate per tutta la vita”.

Nel 2005 la Valle del fiume Sacco fu commissariata e si avvio’ un programma di bonifica, che prevedeva lo smaltimento della terra inquinata: con trasferimenti nelle discariche tedesche, ad esempio. Ma proprio la gestione de parte delle istituzioni preposte viene duramente criticata, oggi, dagli ambientalisti: ”Da parte delle istituzioni – dice il leader dei Verdi Bonelli – arrivano messaggi rassicuranti e fuorvianti come le dichiarazioni del Commissario per il fiume Sacco, Pierluigi Di Palma, che nell’ottobre scorso ha affermato che ‘La Valle del Sacco e’ bonificata’. L’episodio dell’allevatore Raimondo Fadda ci dice che cio’ e’ palesemente falso”.

”I veleni della Valle del Sacco sono ancora li’ e l’inquinamento continua. Noi Verdi abbiamo presentato il 24 dicembre 2010 un Ordine del Giorno in Consiglio regionale, che sara’ discusso mercoledi’ prossimo, per dichiarare la Valle del Sacco ‘Area ad alta criticita’ ambientale”’. Risale intanto al 21 gennaio scorso il piano di monitoraggio messo a punto dalla Regione Lazio sulla presenza di esaclrocicloesano nelle matrici di origine animale e destinate all’alimentazione animale prodotte nella Valle. Per le aziende di latte bovino e ovicaprino gia’ interessate dalla vicenda nel 2005 la delibera prevede un campionamento di latte mirato con cadenza trimestrale; per le altre il monitoraggio sara’ semestrale.