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Orso marsicano a rischio estinzione: ne restano appena 50

2 febbraio 2011 0 commenti

 

Uno degli orsi marsicani uccisi dai bracconieri

Uno degli orsi marsicani uccisi dai bracconieri

L’Orso Bruno Marsicano è a rischio estinzione: e sarebbe ora che il tema della sua tutela diventasse nazionale. L’ultimo censimento parla infatti di appena 50 esemplari ancora esistenti in base a una ricerca condotta nei territori del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise e zone limitrofe, con una riduzione della percentuale di sopravvivenza dal 5 al 3,2%.

 

”Si tratta di una cifra nettamente al di sotto della soglia di sopravvivenza – ha spiegato il presidente del Parco, Giuseppe Rossi rendendo noti i dati – e per questo siamo molto preoccupati per il futuro di questo esemplare”. e la sua preoccupazione è quella di tutti gli ambientalisti e di tutti quelli che amano il nostro Paese.

”Il Parco e gli enti locali stanno facendo molto per la tutela e la conservazione della specie e non e’ un caso che negli ultimi anni l’incidenza delle morti violente dell’Orso bruno marsicano siasensibilmente diminuita. E’ chiaro che con queste cifre e’ necessario fare di piu’ e questo progetto e la sinergia con la Regione Abruzzo vanno in questa direzione”, ha detto Rossi nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto comunitario ‘Life-Arctos’, che vede la partecipazione diretta di cinque regioni in collaborazione con associazioni ambientaliste e parchi naturali. Proprio sulle cause di decesso dell’Orso marsicano il presidente Rossi ha fornito alcune importanti cifre. ”Nel periodo dal 1980 al 2003 le uccisioni violente di Orsi marsicani sono state 56 con una media annua di 2,5 morti. Nel periodo 2004-2010 le morti accertate sono state 13 con una media annua di 1,7. In termini percentuali – ha spiegato Rossi – la soglia si e’ abbassata dal 5 al 3,2%, ma il numero esiguo di esemplari censiti ci costringe ad innalzare l’azione di tutela e di controllo sul territorio”.

”L’obiettivo dell’azione – ha spiegato Cinzia Sulli, responsabile scientifico – e’ mettere in sinergia le due aree di conservazione dell’Orso bruno in Italia, e cioe’ le Alpi per l’ Orso bruno alpino e gli Appennini centrali per l’Orso bruno marsicano”. Al progetto che conta su una dotazione finanziaria di circa 3,6 milioni di euro tra Unione europea e cofinanziamento di tutti i partners, partecipano cinque regioni: Abruzzo, Lazio, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Provincia autonoma di Trento.

Con il progetto di tutela si vuole individuare ed indicare quale sia la strada perchè si possa preservare un territorio naturale nel quale vi sia spazio per l’orso come per quelle attività umane integrate in questo, promuovere quel coordinamento tra le istituzioni e la società civile che riesca a facilitare la convivenza con questo animale. L’impegno dichiarato è far sì che tali popolazioni possano crescere, in modo da scongiurare la loro estinzione. Il primo punto di forza di questo progetto è senza dubbio la volontà di mettere in connessione coloro che si occupano di conservazione dell’orso sull’Appennino con chi lo fa sulle Alpi .

Altro punto di forza del ‘Life Arctos’ è senza dubbio lo sviluppo di quelle azioni di prevenzione utili a disinnescare la conflittualità tra l’orso e le attività agricole e pastorali. Il Wwf vuole richiamare l’attenzione delle istituzioni a comportarsi coerentemente. – dice Massimiliano Rocco, il responsabile per le specie del Wwf Italia – Non è più possibile dichiarare a parole il valore e l’importanza dell’orso per poi approvare e promuovere interventi che sconvolgono e intervengono pesantemente sull’ambiente dove l’orso vive e quindi sulla possibilità di conservarlo. Esempi recenti sono l’intervento per asfaltare Fosso Fioio nel Parco dei Simbruini al confine tra Lazio e Abruzzo ma anche l’ennesima forzatura contenuta nella proposta di iniziativa popolare portata avanti da un consigliere della Provincia di Trento per la cattura degli orsi cosiddetti problematici”, conclude Rocco.