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Una buona notizia: Shell rinuncia a trivellare in Alaska

5 febbraio 2011 0 commenti

alaska oilLa Shell Oil abbandonera’ il piano di trivellazioni petrolifere nei mari artici dell’Alaska. Ad annunciare la notizia, prima ancora dei dirigenti del colosso del greggio, e’ stato Athan Manuel, il direttore del programma Lands protection del Sierra Club: “La decisione della Shell Oil di abbandonare quest’anno la sua proposta per perforare i mari dell’Alaska artica e’ una vittoria per la sicurezza dei lavoratori e l’ambiente”.  Il disastro Bp nel Golfo del Messico, “la piu’ grande fuoriuscita di petrolio nella storia della nostra nazione, e’ un duro monito per i pericoli che vengono dal rischioso business delle trivellazioni petrolifere- dice Manuel- delle condizioni in gran parte sconosciute ed inesplorate dell’Artico e con una limitata capacita’ di rispondere agli sversamenti in condizioni difficili, l’Artico non dovrebbe
essere un’opzione per le multinazionali inquinatrici che stanno gia’ facendo enormi profitti. La cruda verita’ e’ che non c’e’ alcun modo per ripulire uno sversamento petrolifero nell’Artico”.   Ma “l’unico vero modo per garantire che non assisteremo ad un altro disastro della trivellazione e’ cominciare a ridurre subito la nostra dipendenza dal petrolio- aggiunge il direttore del programma Lands protection del Sierra Club- abbiamo gia’ la tecnologia efficiente e le soluzioni ad energia pulita, che aiuteranno a portare la nostra nazione fuori dal petrolio e dalle inutili trivellazioni offshore-.

Anche Greenpeace canta vittoria: “L’Artico quest’anno si e’ aggiudicata una tregua dalle trivellazioni petrolifere offshore- sottolinea l’associazione- ma prima di festeggiare troppo, dobbiamo fare in modi che i piani della Shell per la perforazione offshore nell’Artico vengano cancellati, non per un anno solo, ma in modo permanente. E non ci fermeremo finche’ il governo non vietera’ ogni nuova perforazione offshore. La posta in gioco, e i rischi, sono semplicemente troppo elevati”.

Ma in Alaska continuano ad operare altre compagnie, tra le quali la Bp, che ha rinviato al 2013 l’inzio della produzione del campo offshore Liberty (40 mila barili)  al largo di Prudhoe bay, una zona che già oggi produce 630 mila barili. Da notrae che è di gennaio l’ultimo icidente captato all’oleodotto che da Prudhoe bay porta il greggio verso sud.