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Boati in Veneto, sciolto il rebus: sono microterremoti

8 febbraio 2011 0 commenti

simografoMicroterremoti tanto lievi da non far tremare la terra, ma cosi’ superficiali da far uscire la loro ‘voce’ con tuoni e boati che spaventano la popolazione. E’ la spiegazione al rebus dei boati del Fadalto – la sella sulla Val Lapisina che divide il Comune di Vittorio Veneto (Treviso) da quello di Farra d’Alpago (Belluno) – aree altamente sismiche e a rischio frane per l’instabile struttura geologica, di natura carsica.

Il verdetto, comunque non ancora definitivo, lo hanno dato una trentina di esperti, soprattutto i geologici dei centri sismologici di Udine e Trieste, che stamane si sono dati appuntamento a Mestre per fare il punto della situazione con la Protezione Civile, il Cnr e gli amministratori della zona. I boati, avvertiti dalla gente da qualche tempo, sono stati messi sotto osservazione con una rete di sette sismografi (uno era gia’ presente) approntata in zona che ha permesso di rilavare 115 scosse in una sola settima. Tutti fenomeni minimi, racchiusi in un fazzoletto di terra di due chilometri in localita’ Fadalto Basso, non sono avvertibili dall’uomo (il maggiore e’ stato di magnitudo 1,5), ma che avvengono in strati superficiali facendo cosi’ sentire il rombo probabilmente amplificato dalle cavita’ carsiche del monte Pizzoc e della piana del Cansiglio.

E’ escluso, al momento, il pericolo di crolli o frane di costoni di roccia. I geologi che hanno operato sul campo hanno trovato numerose fratture e formazioni pinnacolari (in quella che e’ una zona che periodicamente ne registra anche di consistenti). Ma sono tutte datate e sostanzialmente stabili, nonostante le piogge intense e la neve. Il fatto che si tratti di un microterremoto non consente pero’ la massima tranquillita’. Non c’e’ motivo di allarme, assicurano i tecnici, e tuttavia saranno attivati tutti gli strumenti per mettere sotto attenzione l’area. Il Cnr e i centri sismologici proseguiranno nella raccolta dei dati ogni due, tre giorni. I comuni interessati, le Province, i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e la Protezione civile terranno informati da una parte i 500 abitanti della zona, dall’altra monitoreranno le aree per prevenire eventuali danni a cose e persone. Tutti atti essenziali – e’ stato detto – in una zona ad alto rischio sismico com’e’ quella del Fadalto, che gravita sulla conca dell’Alpago. Un’area teatro di terremoti disastrosi, come l’ultimo, nel 1936, che raggiunse il 9° grado della scala Mercalli.