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L’inquinamento elettromagnetico di Radio Vaticana. Svolta dalla perizia: è l’unico fattore collegabile alle malattie

8 febbraio 2011 0 commenti

Radio Vaticana

di Paolo Rosato

 

Debellare le morti ingiuste, quelle che non stanno né in cielo né in terra. Questo pretendono le donne e gli uomini che compongono la comunità di Cesano, Olgiata, La Cerquetta, La Storta, S.Maria di Galeria, Osteria Nuova, Anguillara, Campagnano e Formello. Tutti piccoli centri che nel comune di Roma e in provincia combattono da anni contro un nemico terribile, ma non ignoto.

Linfomi, leucemie e mielomi che spuntano all’improvviso tutti nella stessa area. In numero esorbitante rispetto alla popolazione effettiva. Le antenne di trasmissione di Radio Vaticana troneggiano tutt’intorno. Non solo: invadono. Le trasmissioni radiofoniche, a causa dell’invasività delle onde elettromagnetiche, le senti alla radio, le senti nei citofoni dei portoni, le senti nei telefonini. E sorge un dubbio atroce, che ha bisogno di una risposta.

Dai primi anni del 2000 la comunità ha dato inizio a una lotta per accertare se quei tumori avessero un legame diretto con la vicinanza delle antenne di Radio Vaticana. Già nel 1998 una campagna di rilevazioni aveva accertato un nesso causale: nelle zone circostanti a Radio Vaticana era stato superato, e di molto, il limite di onde elettromagnetiche fissato dal d.m. 381/1998. C’è adesso un processo in corso, intentato da alcune famiglie nei confronti di chi trasmette a brevissima distanza. La battaglia legale va avanti. Si spinge per la verità dal 2003. Nella fase delle indagini preliminari è stato commissionato un accurato studio epidemiologico (disponibile, in ogni sua parte, sul sito di bambinisenzaonde.org) che ha considerato le zone comprese nel raggio di 12 km dalle strutture di trasmissione di Radio Vaticana e MariTele. Circa 177 mila persone, non un paesello. Un’analisi approfondita: fasce di età, predisposizione alle malattie, studi sulla natura delle onde elettromagnetiche, incidenza di quel tipo di onde su un normale organismo umano e soprattutto sui bambini. La conclusione?

La perizia disposta dal gip Zaira Secchi, attinente agli anni 1997-2003 e condotta dal dott. Andrea Micheli, dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – ci spiega Fabio Rollo, membro del comitato ‘Bambini Senza Onde’ – , spalanca le porte a un’amarissima riflessione: l’unico elemento che può essere messo in connessione con le forme tumorali è Radio Vaticana”.

Nessun dubbio?

“Assolutamente, sono più di dieci anni che si accumulano morti su morti. Senza un perché, tutti per patologie simili. Specie tra i bambini il dato è devastante: le leucemie infantili, nell’area di Cesano (quartiere di Roma Nord, ndr) e dei Comuni limitrofi, è superiore del 600% rispetto alla media nazionale. Prima c’erano dei dubbi su quello che accadeva, ora non più”.

Ci sono dei dati precisi sulle morti?

“No, ma credimi sono tante. Seppellire parenti e amici senza poter gridare al mondo la rabbia è una cosa atroce. Con Bambini Senza Onde, il nostro comitato che da anni porta avanti questa lotta nel quartiere, vogliamo far uscire allo scoperto le persone, invitarle a denunciare le malattie, spronarle a dire al mondo che questo è un problema di tutti, non solo della nostra piccola comunità”.

Che cos’è Bambini Senza Onde? Cosa vuole ottenere?

“Bambini Senza Onde è il Comitato di genitori e cittadini di Roma Nord. Negli ultimi anni i casi di Leucemie, Linfomi e Mielomi stanno aumentando. Anche troppo. Noi vogliamo dire basta a questo stillicidio, e soprattutto vogliamo dare una speranza a chi ancora sta lottando dentro gli ospedali. Per questo abbiamo sia riattivato il sito, sia iniziato un robusto tam tam su Facebook. Le persone devono essere informate. A questo proposito abbiamo iniziato una corposa opera di volantinaggio, e invitiamo tutte le persone che possono a darci una mano”

La perizia, nelle conclusioni dello studio su RadioVaticana (per MariTele il rischio non è stato comprovato), dice che “Lo studio MARCONI (il metodo della perizia, ndr) suggerisce che vi sia stata un’associazione importante, coerente e significativa tra esposizione residenziale all’emittente ed eccesso di rischio di morte per leucemia”.

“Prima di tutto è bene ricordare che noi non vogliamo sparare nel mucchio. Sono anni che ci documentiamo. Prima di arrivare alle nostre conclusioni, abbiamo cercato ovunque per capire quali fossero le cause delle malattie. Poi abbiamo connesso le malattie epidemiologiche della nostra area con le frequenze delle onde elettromagnetiche di Radio Vaticana. Vedere che una perizia svolta con un metodo scientifico accurato ci dà ragione, beh, è una grande soddisfazione. Ma noi ora vogliamo andare fino in fondo, vogliamo vedere riconosciute delle responsabilità. Non sarà facile, vista anche la controperizia commissionata dal Vaticano”.

E cosa dice questa controperizia?

“Dice che non c’è un collegamento diretto tra i tumori e Radio Vaticana. Esattamente il contrario di quello che dice la nostra. Se n’è occupato lo studio di Umberto Veronesi, vedremo come andrà a finire. Di certo noi vogliamo arrivare a una sentenza, mentre ora il processo è a un punto morto e si rischia che tutto vada in prescrizione tra qualche mese”.

Ma dal Vaticano nessun segnale?

“Nessuno. Abbassarono nel 2002 la frequenza delle onde. Capirai bene che questo è un tema delicatissimo, del quale loro non hanno voluto mai parlare. Soprattutto mediaticamente è una cosa che si fa fatica ad affrontare. C’è di mezzo un processo che potrebbe configurare un omicidio colposo, qualora venissero accertate determinate responsabilità”.

E la svolta al processo può essere data solo dalla perizia? Oppure ci sono anche altre vie?

“Ora siamo in una fase di attesa. Noi vorremo che l’impianto fosse delocalizzato o quantomeno “bonificato” attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie. Loro si appellano all’l’extraterritorialità del territorio del Vaticano. Grazie a questo pilastro del diritto internazionale, loro non sono soggetti a distanza particolari per sistemare le antenne: basta che rimangano nei loro territori. Riteniamo sia una cosa iniqua, se pensiamo che vediamo svettare queste antenne a poche centinaia di metri di distanza. Ma è una strada difficile, gli avvocati stanno cercando di fare leva sull’accusa di inquinamento elettromagnetico”.

E le istituzioni, i media: dove sono?

“Le istituzioni non ci sentono più. Tempo fa Willer Bordon, ai tempi ministro dell’Ambiente, minacciò di togliere la corrente all’impianto. Radio Vaticana era arrivata ridurre le onde medie, ma senza degli effettivi miglioramenti dello stato di salute della popolazione. Tempo fa si erano dedicati al caso ‘Le Iene’ e ‘Striscia la notizia’. Prima qualche servizio, poi l’oblio. E’ tempo di riprendere in mano le carte. Radio Vaticana cerca di chiudere la questione a proprio favore, noi invece vogliamo solo la verità e il riconoscimento del diritto alla salute. Non vogliamo che paghi tale cardinale o tale prelato, ma devono essere accertate le responsabilità tecniche. Chi ha costruito quegli impianti? Perché li ha costruiti in quel modo? Con o senza assistenza mediatica, noi andremo avanti fino alla fine”.