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Mafia infiltrata nella produzione di pachino, Lombardo: “Accorciare la filiera”

8 febbraio 2011 0 commenti

pomodori pachino“Più che contestabile l’appello a non comprare il pomodoro di Pachino. Vorrebbe dire far chiudere qualche migliaio di imprese e decine di migliaia di lavoratori si troverebbero in mezzo ad una strada costretti a cercare di vivere più o meno illecitamente, quindi stiamo attenti”. Così il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, interviene sul suo blog nelle polemiche suscitate dai servizi della Rai su infiltrazioni mafiose nella produzione dei pomodorini Igp di Pachino.

“Come evitare le mille mafie che lucrano, ingrassano e campano sulle cento intermediazioni che ci sono tra produttori e consumatori e nelle quali si nasconde la malavita, il malaffare, Cosa Nostra e la speculazione che al tempo stesso spenna il consumatore e mette in ginocchio il produttore, perchè il produttore vende ad un prezzo inferiore ai costi di produzione e il consumatore trova il prezzo alle stelle?”, si chiede Lombardo, che spiega: “Bisogna accorciare la filiera, organizzarsi ed evitare le intermediazioni. E lo dobbiamo fare. Abbiamo un’agricoltura massacrata da politiche agricole criminali fatte da parte di gente incompetente. Si comincia a voltar pagina. La grande distribuzione deve garantirci una concorrenza leale non abbassando di punto in bianco i prezzi per far fuori il nostro prodotto. La legge ci può consentire che la grande distribuzione, piuttosto che far danno, sia un alleato del nostro prodotto. Bisogna rendere remunerativo -continua il presidente della Regione- l’allevamento così come la produzione dell’uva da mosto, dell’olio o del grano. E puntare sulla qualità e il controllo.
La politica agricola dell’assessore D’Antrassi, esperto di produzione e di commercializzazione, è questa. E la legge che faremo dovrà servire anche a questo. Se il produttore che si spacca la schiena a produrre pomodorino, attraverso il mercato agroalimentare o l’associazione con gli altri produttori e senza far passare il prodotto per dieci mani diverse, porta il prodotto direttamente al mercato allora non ci sarà più margine e spazio per le organizzazioni criminali che lucrano, lo tengono in ginocchio, lo sfruttano e lo distruggono anche sul piano dell’immagine e della credibilità sua e della nostra meravigliosa Sicilia”.