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Allarme di Coldiretti per possibile miele contamnato da Ogm

9 febbraio 2011 0 commenti

ogm-disegno«Sia il miele in cui è riscontrabile la presenza di polline di mais MON 810 sia gli integratori alimentari a base di polline contenenti polline della medesima varietà di mais sono alimenti prodotti a partire da OGM» e di conseguenza devono essere soggetti «a un’autorizzazione all’immissione in commercio indipendentemente dal fatto che tale materiale sia stato incluso intenzionalmente o meno».

È quanto sottolinea Coldiretti nel rendere note le conclusioni dell’avvocato generale della Corte di Giustizia Bot su una pronuncia relativa alla presenza di DNA geneticamente modificato nel miele richiesta dal Tar della Baviera al quale si è rivolto un produttore tedesco di miele che ha rilevato nel proprio miele tracce di polline di mais OGM (varietà MON810) coltivato in un campo posto in prossimità.  In altre parole -sottolinea la Coldiretti- la coltivazione di un campo Ogm è in grado di determinare la contaminazione del miele attraverso il trasporto del polline da parte delle api, rendendo necessaria in ogni caso una specifica autorizzazione per la messa in vendita. Un danno per gli apicoltori e una preoccupazione concreta -precisa la Coldiretti- per i consumatori. In Italia è vietato coltivare ogm e di conseguenza non è contaminato il miele prodotto sul territorio nazionale che è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente da Coldiretti. Un discorso diverso vale per il miele importato in ingenti quantità In Italia da paesi comunitari ed extracomunitari in cui sono diffuse le coltivazioni ogm. Nel 2010 – precisa la Coldiretti – sono stati importati 14 milioni di chili di miele dall’estero rispetto alla produzione nazionale di circa 20 milioni di chili.
 Le conclusioni dell’avvocato generale rappresentano -secondo Coldiretti- «un segnale importante anche in riferimento all’avvio in Italia all’inizio della settimana del processo contro un agricoltore
che lo scorso aprile aveva seminato mais Ogm nei suoi poderi di Fanna e di Vivaro in Friuli dove sono state ammesse tutte le richieste di costituzione di parte civile avanzata da Regione Friuli Venezia Giulia, Provincia di Pordenone, Coldiretti, Slow Food, Codacons regionale e nazionale». Per Coldiretti gli «italiani mantengono salda l’opposizione agli Ogm, ritenuti meno salutari di quelli tradizionali da tre italiani su quattro che esprimono una opinione (73 per cento, secondo l’ultima indagine Coldiretti/Swg). Oltre ai possibili rischi per la salute e per l’ambiente gli Ogm spingono verso un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico della tipicità, della distintività e del Made in Italy»