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Emilia Romagna, dimezzato il numero degli allevamenti di suini. Coldiretti: “A rischio la produzione di prodotti tipici”

10 febbraio 2011 0 commenti

prodottiERProdotti Dop e Igp che hanno reso famosa l’Emilia Romagna nel mondo, come il prosciutto di Parma, i salumi piacentini e lo zampone di Modena, in futuro non saranno più prodotti con carni di maiali allevati in Emilia Romagna? A porre l’interrogativo è Coldiretti Emilia Romagna che rileva come gli allevamenti emiliano romagnoli sono passati dai 4.500 del 2000, agli attuali 1.500. La causa – afferma l’organizzazione agricola – va ricercata nella profonda crisi degli allevamenti suinicoli non solo regionali, ma nazionali, che da anni si trovano a far fronte a prezzi dei suini in costante calo, al punto che il prezzo attuale della carne di maiale, 1,25 euro/Kg, è inferiore all’1,45 euro (2.880 lire) pagato agli allevatori una decina di anni fa.

“Nello stesso periodo – commenta il presidente regionale di Coldiretti, Mauro Tonello – i costi di produzione sono quasi raddoppiati a causa degli aumenti energetici e dei mangimi. Il problema grave è che ad una diminuzione del prezzo alla produzione non ha corrisposto nessuna diminuzione del prezzo pagato dai consumatori”. Tutto ciò è l’effetto – secondo Coldiretti – anche delle importazioni di carne suina, che ha ormai raggiunto il 40% del fabbisogno nazionale, con prodotti che provengono spesso da Paesi che non hanno le nostre stesse garanzie di qualità e sanità.

“Visto che certi costi, come quelli dei mangimi – commenta Coldiretti – sono aumentati in tutto il mondo, non si comprende come possa continuare ad arrivare in Italia carne di suino a prezzi così concorrenziali, a meno di pensare a vicende come i mangimi alla diossina emersi in Germania. In assenza di qualsiasi indicazione dell’origine delle carni di maiale – sottolinea Coldiretti – fino ad oggi non c’è stata nessuna informazione al consumatore rispetto al luogo di produzione e macellazione delle carni. “È necessario – afferma Tonello -che venga dato il via al più presto all’applicazione della recente legge italiana sull’etichettatura obbligatoria, per evitare che il consumatore si ritrovi a comprare salumi che dietro a nomi tipo ‘prosciutto nostrano’ nasconda carni provenienti da chissà dove. Nell’attesa che entri in vigore la normativa – conclude il presidente Tonello – consigliamo a tutti i cittadini di acquistare solo prodotti a denominazione d’origine, che prevedono l’uso di carni provenienti da allevamenti italiani”.